Consumi. Il clima di incertezza peggiora. Indispensabile rilancio domanda mercato

ROMA – Anche Confcommercio denuncia quello che ribadiamo da tempo: la caduta dei consumi delle famiglie si sta facendo insostenibile, sia per le famiglie stesse, costrette ormai a tagliare persino la spesa alimentare, sia per l’intero apparato economico.

A destare la preoccupazione maggiore è proprio la riduzione dei consumi nel settore alimentare, vale a dire quello che per definizione viene intaccato per ultimo in una situazione di crisi. Tale contrazione ha raggiunto, secondo i dati più recenti, il -4,5% rispetto allo scorso anno, che equivale ad una diminuzione della spesa alimentare di una famiglia composta da 3 persone di 302 Euro annui.
Ancora peggiori i dati relativi alla contrazione complessiva della spesa registrata nel biennio 2012-2013 che, secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, in tutti i settori, ha raggiunto il -7,3%, pari a -52 miliardi di Euro.
Un andamento che nemmeno i saldi alle porte saranno in grado di risollevare: dalle nostre rilevazioni emerge infatti che appena una famiglia su 3 approfitterà delle promozioni, con una spesa di circa 117 Euro a famiglia.
Tali indicatori dimostrano che siamo di fronte ad una situazione di vera e propria emergenza, alla quale bisogna rispondere prontamente con interventi in grado di favorire la ripresa del potere di acquisto delle famiglie e dare uno sprone alla ripresa dell’economia.
In tal senso è indispensabile disporre una detassazione a favore delle famiglie a reddito fisso, vale a dire quelle che determinano in larga misura la domanda.
Inoltre è necessario superare il deleterio clima di incertezza nel quale vivono i cittadini, che ormai non sono più in grado di pianificare nulla: dall’acquisto di un elettrodomestico alla scelta di andare in vacanza o meno.
Su tali scelte, infatti, pesano i dubbi ed i timori relativamente a quello che accadrà nei prossimi mesi relativamente a IMU, IVA e TARES.
Per questo ribadiamo la necessità di:
– Eliminare definitivamente il demenziale aumento dell’IVA, che determinerà aggravi di +207 Euro a famiglia, con una ulteriore riduzione dei consumi;
–  Far slittare l’applicazione della Tares almeno al prossimo anno;
–  Eliminare l’IMU sulla prima casa (fatta eccezione per gli immobili di lusso);
Inoltre, per imprimere un nuovo impulso all’economia, in direzione della crescita e della ripresa occupazionale, è necessario predisporre un serio piano per il rilancio degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca.

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