Cremonesi non è il principale sconfitto nella battaglia per la Presidenza dell’Ente camerale. Il Vicepresidente degli Industriali perde anche la rappresentanza in Giunta
ROMA – Se c’è uno sconfitto nella battaglia che ha portato ad una spaccatura mai vista nella Camera di Commercio di Roma, questa è Confindustria ed in particolare il suo Vicepresidente Aurelio Regina, che è riuscito ad ottenere, dopo un miope tentativo di mediazione dell’ultima ora, anche la perdita dllo scranno nella Giunta Camerale. Confindustria aveva accettato il Patto della staffetta che doveva vedere l’alternanza, tra Giancarlo Cremonesi, che rappresentava lo schieramento dei grandi del mondo dell’impresa e che si era insediato anche con il voto delle Pmi, con Lorenzo Tagliavanti, che invece era alla testa dello schieramento delle Pmi. Dopo una lunga battaglia, che avrà nei prossimi giorni e mesi anche dei già preannunciati supplementi giudiziari, ieri si è consumato l’ultimo atto di una partita tatticamente scontata, visti i numeri nelle rappresentanze. Il Consiglio Camerale ha infatti approvato la proposta di inserimento della sfiducia del presidente nello Statuto della Camera di commercio di Roma. Un articolo che, nella sostanza, chiude l’epoca contrastata della Presidenza Cremonesi.
La norma, così come è stata scritta ed approvata, prevede infatti che il presidente possa essere sfiduciato dal Consiglio con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri (la metà più uno). Sono stati 23 voti i voti favorevoli e 7 i contrari. Guardando quello che è accaduto ieri, sembrano passati secoli dai tempi in cui la Camera di Commercio, guidata sapientemente da Andrea Mondello, tesseva insieme alle rappresentanze dei lavoratori e dall’allora vertice di Confindustria con al timone il professore Giancarlo Elia Valori, iniziative rivolte agli interessi economici e produttivi del territorio capitolino. Va detto, infatti, che Camera di Commercio, e oggi questo deve essere ancor più preso nella giusta considerazione, rappresenta forse l’unico serbatoio vero di risorse economiche liquide e dall’immediato impiego. Non è stata certamente fortunata e lungimirante la gestione Cremonesi, visto che è riuscita addirittura a creare una grave frattura in Confindustria, con Innocenzo Cipolletta che ha duramente contestato le posizioni prese dal vicepresidente dell’Associazione Regina. In questi due anni e mezzo di governo Cremonesi, non può poi essere nascosto ne rimosso il ruolo che avuto l’ex Sindaco di Roma Gianni Alemanno, che aveva fortemente sponsorizzato questa leadership e che era addirittura finita nei faldoni della cosiddetta P4, su cui indaga la Procura di Napoli. Nei giorni precedenti al voto che portò all’elezione di Cremonesi, una lunga serie di intercettazioni che vedono tra i protagonisti della trattativa, il faccendiere Luigi Bisignani, il Capo di Gabinetto del Sindaco Gianni Alemanno e proprio il Presidente di Unindustria Aurelio Regina. Nulla di illegale, certamente, ma la sensazione era quella che tutti volessero avere il pieno controllo del gioiellino. Da ieri esiste la possibilità di avviare un nuovo percorso e ad avviarlo, a meno di clamorosi colpi di scena, dovrebbe essere proprio Lorenzo Tagliavanti, leader degli artigiani di Cna, che avrà al suo fianco una Giunta di fiducia con Roscioli di Confcommercio, Mattia per Coldiretti, Giammaria di Confesercenti, Mannocchi per Confartigianato, Venditti di Legacoop e Valentini della Compagnia delle Opere. Va detto che se Alemanno si era più che interessato alle vicende di Camera di Commercio, Ignazio Marino, fino ad ora e praticamente restato alla finestra, tranne che per una polemica sul ruolo di Cremonesi al vertice di Acea. Il Presidente in pectore Tagliavanti, dopo l’estenuante braccio di ferro ha detto la sua su quanto accaduto: “Siamo soddisfatti, in fondo era quello che volevamo, anche se l’avremmo voluto con più stile e avremmo preferito passaggi meno drammatici. Mi auguro che quello che non è stato possibile fino ad oggi sia possibile da domattina, per superare questa fase di crisi e di contrapposizioni”. Poi su Cremonesi, che senza voto di sfiducia reata ancora il legittimo Presidente dell’Ente camerale e sulla possibilità del voto di sfiducia, Tagliavanti è stato lapidario ed alla domanda se ci sarà questo voto ha risposto: “E’ logico…”