La Camusso scuote il Pd. “Partito unico a sinistra”

 
Mentre Sel e Scelta Civica continuano a studiare la possibile confluenza nei Democratici. Monti avverte i suoi: la mia linea è parallela a quella di Matteo Renzi

 
ROMA – “Io credo che sia il momento di pensare a un grande partito unico della sinistra che abbia come blocco sociale di riferimento il lavoro, al di là della distinzione tra ceto operaio e ceti medi che non ha più ragione di esistere. È il momento di chiudere la diaspora infinita dello 0,1%. A maggior ragione adesso che il centro, nonostante i vari tentativi di rifondarlo, non esiste più”. E’ questa l’opinione del segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che ha rilasciato una articolata intervista al Corriere della Sera. “Non sono certo io a dire ai leader politici cosa devono fare – aggiunge – Io penso che si possa superare la stagione in cui i partiti sono stati destrutturati, e aprirne un’altra. Non ha senso fare un partito che semplifica i messaggi e restare bizantini nelle differenze; e la diaspora della sinistra è molto bizantina. Penso a un partito meno liquido, più partecipato, che ricostruisca il legame con la società che negli ultimi anni si è indebolito. In questo senso l’esperienza della Cgil, casa comune della sinistra, potrebbe servire. Certo non perché pensiamo di fondare una corrente nel Pd: questo Renzi non lo deve temere, Matteo stai sereno. Ma perché siamo un’organizzazione non a legame debole”. Intanto Sel e Scelta Civica, continuano a fare aperture di credito alla leadership di Matteo Renzi. Sono infatti molti i dirigenti ed i parlamentari che guarderebbero con favore ad una fusione con il partito centrista e di sinistra, che è riuscito ad andare oltre il 40% dei consensi. Incoraggiamenti al Presidente del Consiglio arrivano anche dal leader di Sel Vendola: “Noi siamo pronti a incoraggiare Renzi se vuole usare il grande consenso ottenuto per scardinare il nuovo muro di Berlino, il muro dell’austerità. Siamo una sinistra di governo, non al governo”. Tradotto – puntualizza il leader di Sel – “non bramiamo poltrone o sgabelli, ma cerchiamo di migliorare le condizioni di vita dei cittadini. E se Renzi riuscisse dare un colpo al nuovo muro di Berlino sono pronto ad applaudirlo”. Altro leader che certamente non si nasconde in questi ultimi giorni, è il senatore a vita ed padre fondatore proprio della quasi disciolta Scelta Civica. Moti, sul punto ha da dire molto e lo fa esprimendo con puntualità la sua opinione nel merito: “Sul posizionamento di Scelta civica alle elezioni Europee, io diedi un altro suggerimento quando ero ancora presidente del partito, ma non è stato seguito – racconta il senatore a vita – Per questo, a maggior ragione, mi astengo dal dare altri suggerimenti. Resta il fatto che Scelta civica, nel febbraio 2013 con uno sforzo di cinquanta giorni e senza soldi, ottenne 3 milioni di voti e oggi, il grandissimo successo di Renzi deriva dall’aver aggiunto al consenso che già il Pd aveva, altri 2,7 milioni di voti”. Un modo come un altro per far capire ai suoi che la sua linea era parallela a quella di Renzi e le elezioni europee ne hanno dato più che una conferma.
 

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