I ricchi sempre più ricchi, pagando meno tasse
ROMA – «Tra il 2010 e il 2012 le condizioni economiche delle famiglie sono peggiorate». È quanto emerge dall’indagine della Banca d’Italia ‘I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2012’. Infatti, tra il 2010 e il 2012 il reddito familiare medio è calato in termini nominali del 7,3 per cento, quello equivalente del 6 e la ricchezza media è diminuita del 6,9 per cento. Dati davvero allarmanti. Ma non è tutto, perchè a quanto pèare la ricchezza invece è sempre più concentrata. Secondo l’indagine, il 10% delle famiglie più ricche possiede il 46,6% della ricchezza netta totale (45,7% nel 2010). La quota di famiglie con ricchezza negativa è invece aumentata al 4,1% dal 2,8% del 2010. La concentrazione della ricchezza è pari al 64%.
I ricchi pagano meno tasse
Tempestivo l’intervento sulla questione economica da parte del Codacon: «La cosa più scandalosa non è che il 10% delle famiglie possieda il 46,6% della ricchezza, ma che in questi anni questa fascia della popolazione abbia pagato meno tasse. A fronte di un incremento generale della pressione
fiscale che ha riguardato tutti, infatti, questi ricchi hanno avuto, in proporzione, un aumento inferiore rispetto ai poveri e al ceto medio». Lo afferma il Codacon commentando i dati dell’indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie.
«Questo perchè in questi ultimi anni, e in particolare dopo lo scoppio della crisi – aggiunge il Codacons – si sono chiesti i maggiori sacrifici a chi già faceva fatica ad arrivare a fine mese invece che a chi poteva permetterselo, violando sempre più l’articolo 53 della Costituzione sulla progressività del sistema tributario, decidendo di aumentare le tasse indipendentemente dal reddito. Basti pensare che per uscire dalla crisi si è deciso di puntare sull’aumento dell’Iva, imposta tipicamente proporzionale e sul rialzo delle accise sui carburanti, i due più grossi interventi in termini di aumento del gettito». Secondo l’associazione dei consumatori, «per far pagare più tasse a questo 10% della popolazione, evasori compresi, è sufficiente portare al 27%
l’aliquota sulle rendite finanziarie, oggi tassate meno del lavoro dipendente, aumentare l’aliquota base Imu per chi ha più di 3 case, reintrodurre un’aliquota Iva sui beni di lusso, come era fino al 1997, per beni come barche, aeromobili, pietre preziose, veicoli di potenza superiore a 185 chilowatt, oggetti di antichità, pelli da pellicceria, e, infine, aumentare, solo per qualche anno, l’aliquota marginale Irpef, oggi ferma al 43%».
La crisi è alle spalle
Stando, invece, alle parole pronunciate dal presidente del Consiglio Enrico letta nel corso della conferenza stampa congiunta con il premier spagnolo Mariano Rajoy, la crisi è alle spalle. “Il 2014 inizia per Spagna e Italia senza avere addosso la tempesta finanziara come leit motiv delle nostre azioni”, ha detto Letta al termine del vertice.
“Spagna e Italia – ha aggiunto il premier – hanno avuto alla fine dell’anno scorso, nell’ultimo trimestre, dati che confermano la ripresa della crescita e ci aspettiamo che l’anno 2014 sia un anno di crescita sia in Spagna che in Italia» «Questo – ha spiegato – è un elemento importante che vogliamo consegnare all’intera Unione europea, perché riteniamo che la legislatura che si apre in Europa debba essere la legislatura della crescita e dell’occupazione».