Cgia. In 2 comuni su 3 non si paga la Tasi sui capannoni

Bortolussi: “Per molti imprenditori è stata evitata una nuova stangata”. Ma rispetto a quando si pagava l’Ici, la tassazione sui capannoni è mediamente raddoppiata

VENEZIA – In vista della scadenza prevista per lunedì prossimo (16 giugno), l’Ufficio studi della CGIA fa sapere che in quasi 2 Comuni capoluogo di provincia su 3 non si pagherà la Tasi sui capannoni. La CGIA è giunta a questo risultato dopo aver analizzato le decisioni prese dai Comuni capoluogo di provincia la cui delibera di approvazione della Tasi è stata pubblicata entro il 31 maggio scorso sul sito del Dipartimento delle Finanze. Pertanto, i proprietari degli immobili strumentali situati in questi Comuni dovranno versare la prima rata di questo nuovo tributo  entro lunedì prossimo. Ebbene, su un totale di 47 Amministrazioni comunali capoluogo di provincia che hanno deliberato l’aliquota Tasi, ben 29 (pari al 61% del totale) hanno deciso di azzerare l’aliquota.

 

“Una buona parte dei Sindaci – dichiara il Segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – ha capito che la tassazione sugli immobili strumentali ha ormai raggiunto un livello insopportabile. Pertanto, ha deciso di azzerare la Tasi, evitando a molti imprenditori una nuova stangata. Tuttavia, dal 2011 abbiamo assistito ad aumenti fiscali inauditi. L’Imu, infatti, si è dimostrata più pesante dell’Ici, inoltre in questi ultimi anni si è registrato un progressivo aumento della base imponibile su cui vengono calcolate le imposte che ha costretto gli imprenditori a pagare di più”.

 

Vediamo alcuni esempi.

 

Entro lunedì prossimo, rispetto a quanto pagato con la prima rata nel giugno 2011, l’importo medio da versare è di fatto raddoppiato, con punte del 180 per cento ad Aosta, del 154 per cento a Biella, del 151 per cento a Lucca,  del 143 per cento a Caserta, del 141 per cento a Cagliari  e del 130 per cento a Torino.

 

Per i proprietari dei capannoni ubicati nei Comuni che hanno introdotto la Tasi, gli aumenti rispetto a quanto hanno versato  con la prima rata nel 2013  sono comunque di tutto rispetto. Entro lunedì, tra Tasi e Imu a Biella si pagherà mediamente il 43 per cento in più (pari a 965 euro), a Treviso il 35 per cento in più (344 euro) e a Grosseto il 33 per cento in più (117 euro).

 

“A rendere un po’ meno pesante l’impatto economico di queste imposte – conclude Bortolussi –  va ricordato che dal 2013 l’Imu sugli immobili strumentali è parzialmente deducibile, effetto che non abbiamo considerato nei nostri calcoli. Dall’anno scorso, infatti,  l’Imu è deducibile dalle imposte dirette IRPEF e IRES nella misura del 30 per cento, soglia che da quest’anno scende al 20 per cento. Mentre la Tasi è per i proprietari degli immobili strumentali interamente deducibile. Infine, si ricorda che rispetto al 2013 per tutti i proprietari di immobili è stata abolita la maggiorazione Tares”.

 

ESBORSI FINANZIARI 1° RATA GIUGNO (Capannoni categoria catastale D1)

(importi in euro)

Comuni

ICI
1° rata
2011

IMU
1° rata 2012

IMU
1° rata 2013

TASI +IMU
1° rata 2014

Nel 2014 paga in più (+) o in (-) rispetto al 2011

 

Val. ass.     Var. %

Nel 2014 paga in più (+) o in (-) rispetto al 2013

 

Val. ass.     Var. %

Biella

1.267

1.650

2.259

3.223

+1.956

+154%

+965

+43%

Treviso

638

831

983

1.327

+689

+108%

+344

+35%

Grosseto

215

327

354

471

+256

+119%

+117

+33%

Caserta

823

1.072

1.620

2.002

+1.179

+143%

+382

+24%

Pesaro

646

842

1.152

1.380

+734

+114%

+228

+20%

Trento

694

1.055

1.177

1.403

+709

+102%

+226

+19%

Sassari

742

1.128

1.287

1.528

+786

+106%

+241

+19%

Pordenone

715

1.186

1.285

1.496

+781

+109%

+211

+16%

Cagliari

306

466

637

737

+431

+141%

+100

+16%

Asti

99

129

121

139

+41

+41%

+18

+15%

Aosta

550

1.253

1.358

1.536

+987

+180%

+179

+13%

Vicenza

1.212

1.579

1.711

1.891

+679

+56%

+180

+11%

Verbania

1.140

1.599

2.189

2.417

+1.277

+112%

+228

+10%

Mantova

2.443

3.183

4.356

4.810

+2.366

+97%

+454

+10%

La Spezia

5.591

7.285

9.968

11.007

+5.416

+97%

+1.038

+10%

Piacenza

3.589

4.676

6.399

7.065

+3.476

+97%

+667

+10%

Lodi

622

873

1.207

1.307

+684

+110%

+100

+8%

Brescia

1.950

2.736

4.133

4.445

+2.496

+128%

+312

+8%

Macerata

493

642

905

970

+477

+97%

+64

+7%

Savona

424

553

835

883

+458

+108%

+47

+6%

Siena

350

456

689

729

+378

+108%

+39

+6%

Cremona

1.171

1.525

1.979

2.087

+917

+78%

+109

+5%

Vibo Valentia

896

1.167

1.713

1.763

+867

+97%

+50

+3%

Alessandria

1.134

1.499

2.265

2.265

+1.131

+100%

0

0%

Ancona

497

648

979

979

+481

+97%

0

0%

Arezzo

251

342

483

483

+231

+92%

0

0%

Bergamo

841

1.095

1.655

1.655

+814

+97%

0

0%

Bologna

1.500

1.954

2.674

2.674

+1.174

+78%

0

0%

Ferrara

2.056

2.679

3.437

3.437

+1.381

+67%

0

0%

Forlì

385

502

702

702

+316

+82%

0

0%

Frosinone

1.254

1.634

2.469

2.469

+1.215

+97%

0

0%

Genova

1.446

1.884

2.712

2.712

+1.266

+88%

0

0%

Lecco

1.711

2.262

3.095

3.095

+1.384

+81%

0

0%

Livorno

649

846

1.158

1.158

+508

+78%

0

0%

Lucca

493

818

1.235

1.235

+742

+151%

0

0%

Modena

624

814

1.171

1.171

+547

+88%

0

0%

Napoli

1.587

2.067

3.123

3.123

+1.537

+97%

0

0%

Novara

1.366

1.779

2.688

2.688

+1.323

+97%

0

0%

Parma

963

1.254

1.895

1.895

+932

+97%

0

0%

Pistoia

1.461

1.904

2.334

2.334

+873

+60%

0

0%

Reggio Emilia

1.017

1.326

1.814

1.814

+796

+78%

0

0%

Salerno

1.334

1.738

2.625

2.625

+1.292

+97%

0

0%

Siracusa

890

1.159

1.752

1.752

+862

+97%

0

0%

Torino

1.679

2.553

3.857

3.857

+2.178

+130%

0

0%

Udine

254

385

472

472

+219

+86%

0

0%

Venezia

1.785

2.326

3.514

3.514

+1.729

+97%

0

0%

Rimini

203

264

373

335

+132

+65%

-38

-10%

Elaborazione: Ufficio Studi CGIA su dati Agenzia del Territorio, IFEL, Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Note metodologiche

Nella tabella sopra esposta sono stati messi a confronto gli esborsi finanziari relativi alle prime rate del periodo 2011 – 2014 riferite agli immobili strumentali della categoria catastale D1 (capannoni).

L’analisi è stata eseguita considerando i 47 comuni capoluogo di provincia la cui delibera di approvazione delle aliquote TASI è stata pubblicata entro il 31 maggio 2014 sul sito del Dipartimento delle Finanze.

Le imposte prese in considerazione sono l’ICI nel 2011, l’IMU dal 2012 e dal 2014 si è considerata anche la TASI.

Come noto, questi particolari tributi devono essere versati in due rate: la prima rata, (determinata sulla base delle aliquote vigenti nei 12 mesi dell’anno precedente) va pagata entro il 16 giugno, mentre la seconda (applicando le aliquote definitive) entro il 16 dicembre.

Il 2014 è il primo anno di applicazione della Tasi.

Recentemente è stato chiarito che la prima rata della Tasi deve essere versata entro il 16 giugno 2014 nei Comuni le cui delibere di approvazione delle relative aliquote sono state pubblicate (sul sito del Dipartimento delle Finanze) entro il 31 maggio. Mentre nei rimanenti Comuni si dovrà effettuare il primo versamento entro il 16 ottobre (sulla base delle delibere pubblicate entro il 18 settembre).

Tuttavia, in molti comuni con delibere Tasi pubblicate entro il 31 maggio, la scadenza IMU/TASI del 16 giugno si sta sdoppiano; viene mantenuta ferma al 16 giugno la scadenza IMU, mentre si proroga a livello locale la scadenza Tasi. E’ il caso di Ancona (16 settembre), Bergamo (16 ottobre), Caserta (30 agosto), mentre il Sindaco di Bologna ha comunicato che non si applicheranno sanzioni ai contribuenti che pagheranno la Tasi entro il 31 luglio.

Nella nostra simulazione, i calcoli sono stati effettuati applicando le aliquote alle rendite medie di ogni capannone quale risulta dalla banca dati del catasto.

Guardando la tabella risulta evidente come l’appuntamento di giugno sia sempre più oneroso per gli imprenditori. L’aggravio dipende da diversi fattori:

–      Le maggiori aliquote dell’IMU rispetto a quelle dell’ICI; la tendenziale anche se lieve crescita delle aliquote IMU (anche a causa all’aggiunta della TASI) nei vari anni;

–      La base imponibile sulla quale vengono calcolate le imposte è costantemente aumentata dal 2011 al 2013; infatti il coefficiente moltiplicatore (applicato alla rendita catastale rivalutata del 5%) è passato da 50 nel 2011 a 60 nel 2012 per arrivare dal 2013 a 65;

–      Si ricorda poi che l’acconto IMU 2012 è stato calcolato applicando l’aliquota base, che nel caso dei capannoni è pari al 7,6 per mille, rinviando a fine anno il conguaglio con le maggiori aliquote deliberate dai comuni; di conseguenza il confronto tra esborso della prima rata 2013 con quella del 2012 è rilevante.

A mitigare la situazione vi è il fatto che dal 2013 l’IMU è parzialmente deducibile, effetto questo non considerato nei nostri calcoli, come pure il risparmio legato alla deducibilità della TASI.

Si ricorda infatti che l’IMU del 2013 è deducibile dalle imposte dirette (IRPEF e IRES) nella misura del 30%, percentuale che scende al 20% dal 2014. Mentre la TASI è interamente deducibile.

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