Alitalia pronta a diventare di Etihad. Le nuove divise? Dov’è il Made in Italy?

ROMA – Sono partite le nuove divise Alitalia dopo aver aperto una discussione animata tra favorevoli e contrari.

Quindi hostess e steward debuttano proprio oggi con il nuovo look firmato dallo stilista milanese, Ettore Bilotta e nonostante la grande campagna pubblicitaria le divise restano tema di discussione soprattutto per i luoghi di realizzazione dei capi, che di made in Italy hanno ben poco. Camicie Made in Albania, scarpe Made in Tunisia, abiti e giacche made in EU. Insomma di italiano a dirla tutta rimane ben poco a parte qualche accessorio come la cintura. E niente più cappello per i maschietti, che ha sempre rappresentato un segno immediatamente individuabile negli assistenti di volo, specie nelle possibili operazioni di emergenza a bordo.

Ma al di là degli abiti oggi è arrivata un’altra notizia che farà ulteriormente discutere. Infatti grazie agli accordi quadro in materia di aviazione con Golfo, Asean e Turchia, la Commissione Ue ha ricevuto  il via libera da parte degli stati membri di aprire la strada per superare la soglia del 49% detenuta da Ethiad in Alitalia. Lo stesso ministro ai trasporti Graziano Delrio ha confermato che“c’è una potenzialità” che Ethiad superi il 49%, tetto massimo fino af oggi non superabile da parte degli investitori esteri.

L’hanno chiamata “graduale liberalizzazione” del mercato europeo in “modo omogeneo”, che stando alle parole del ministro sarebbe nell’interesse di tutti, specie per l’Italia, visto che l’epilogo della compagnia di bandiera, compresi i lavoratori cacciati e abbandonati, è diventata storia vecchia.

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