ROMA – Sempre più donne, per lo più tra i 40 e i 55 anni, con una retribuzione annua che spesso si ferma a poche migliaia di euro.
Sono i lavoratori domestici in Italia che, complice anche la crisi, negli ultimi anni – nonostante il calo complessivo registrato nella categoria – stanno invece aumentando tra gli italiani. A fotografarli è l’ultimo rapporto dell’Inps relativo ai dati 2015. L’anno scorso gli italiani impiegati nelle faccende domestiche o di cura di anziani e malati hanno sfiorato quota 214mila. Un numero in aumento del 4,23% sul 2014, che conferma la tendenza avviata nel 2013 (+8,9% l’incremento su quell’anno, quando erano poco più di 196mila).
Al contrario i domestici di nazionalità straniera sono invece diminuiti nel 2015 del 4,16% (a quota 672.194) rispetto all’anno prima (-11,5% sul 2013). Nel 2015, spiega l’Istituto di previdenza, i lavoratori domestici contribuenti all’Inps sono stati 886.125, con un calo del 2,3% (-20.518 in valore assoluto) rispetto al 2014; una più ampia diminuzione si è registrata nel 2014 rispetto ai dati 2013 (-5,2%) e nel 2013 rispetto al 2012 (ancora -5,2%), anno in cui si è registrato, invece, un forte aumento del numero di lavoratori per effetto della sanatoria riguardante i lavoratori extracomunitari irregolari. In generale si conferma una netta prevalenza delle donne, che restano la stragrande maggioranza e nel 2015 hanno peraltro raggiunto il valore massimo degli ultimi sei anni, pari all’87,8% (777.797).
Invece, guardando alle presenze regione per regione, quella che registra il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia, con 160.587 lavoratori pari al 18,1%, seguita dal Lazio (15,0%), dall’Emilia Romagna (9,0%) e dalla Toscana (8,5%). In queste quattro regioni si concentra più della metà dei lavoratori domestici in Italia. I lavoratori domestici stranieri restano, comunque, in termini assoluti in grande prevalenza (risultano essere il 75,9% del totale) e per lo più sono provenienti dall’Europa dell’Est. Guardando, infine, alla tipologia del lavoro, nel 2015, rispetto al 2014, il numero di badanti registra un lieve aumento (+2,2%), ma con un sostanziale incremento dei badanti di nazionalità italiana (+13%). Il numero di colf, invece, evidenzia un calo del 5,4%; in questo caso i lavoratori italiani fanno registrare una variazione in controtendenza (+0,3%).