Industria cosmetica in forte crescita. Intercos l’eccellenza italiana

Intercos, impresa lombarda che rappresenta l’eccellenza italiana nella cosmesi, è la più grande impresa al mondo per la produzione cosmetica conto terzi.

La cosmetica, quindi segue sempre più la scia della produzione chimica farnmaceutica italiana che primeggia in Europa come prima produttrice. Ed è proprio il tessuto industriale del contractor manufacturing a fare da padrone.
Infatti, Intercos ha chiuso il primo semestre 2022 in forte crescita, con i ricavi che hanno registrato una crescita del 17% rispetto allo scorso anno. L’azienda, che ha il quartiere generale ad Agrate Brianza, dispone di 11 centri di ricerca, 15 stabilimenti produttivi e 15 uffici commerciali dislocati in tre continenti. Con 6mila dipendenti e una quota di export del 90%, Intercos è considerata leader a livello mondiale nel mercato dell’outsourced color cosmetics grazie ad una quota di mercato di circa il 10% ed un’importante posizione nel mercato dell’outsourced skincare, risultando la prima società occidentale in termini di fatturato. Nel 2021, il fornitore di cosmetici ha registrato ricavi netti pari a 673,7 milioni di euro, in crescita rispetto al 2020 del +11,1%.

L’azienda lombarda è quella che nel settore investe di più al mondo nel make-up con una quota del 13% sui ricavi e punte del 15%, e sette centri di ricerca tra Europa, Asia e America, con 800 collaboratori che si dedicano specificamente all’attività di ricerca con lo sviluppo di nuove materie prime e di principi attivi che hanno permesso di generare solo da questo settore, negli ultimi tre anni, oltre la metà del fatturato. Il colosso della cosmesi nasce con Dario Ferrari che, dopo le prime esperienze come pubblicitario a Londra, inizia a vendere in Italia le creme della madre che possedeva un’impresa cosmetica in Svizzera.

Nel 1972, a 29 anni, decide di mettersi in proprio e acquista una piccola attività con una decina di dipendenti che produceva rossetti, una delle numerose imprese che popolano il cosiddetto “quadrilatero della cosmetica” – la cosiddetta “lipstick valley” – tra Milano, Brianza, Bergamo e Crema (dove nasce il 65% del make-up esportato in Europa con la presenza di circa 500 aziende), creando così Intercos.

Grazie all’esperienza acquisita nel settore, Ferrari decide di ampliare la produzione cosmetica e raggiunge il successo dopo pochi anni quando crea un ombretto più facile da applicare e più brillante di quelli presenti sul mercato. Un prodotto realizzato grazie ad un’intuizione tecnologica che, in un certo senso. copia la procedura utilizzata dal famoso caffè decaffeinato Hag per estrarre la caffeina dai chicchi.

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Nel 1978 nota questo prodotto Estée Lauder – azienda americana tra le più grandi nel mercato dei cosmetici – e Ferrari viene invitato a New York dove gli viene offerto il primo contratto per la produzione con il marchio americano del suo innovativo cosmetico. Da quel momento ad Estée Lauder si affiancano altri clienti che utilizzano le varie soluzioni dell’azienda come Dior, Chanel, Lancôme ed Helena Rubinstein, solo per citarE alcuni grandi nomi che hanno portato Intercos ad avere oggi oltre 680 clienti in tutto il mondo tra cui 24 dei 30 principali operatori dell’industria cosmetica.

Tra gli ultimi contratti di prestigio quello concluso con Dolce&Gabbana per lo sviluppo e la produzione di fragranze e altri prodotti Hair&Body, che affiancheranno la collaborazione attiva da anni tra il brand Dolce&Gabbana e Intercos nel segmento make-up per una durata quinquennale fino al termine del 2027.

Anche sul fronte della sostenibilità Intercos ha raggiunto obiettivi rilevanti come il raggiungimento della propria controllata CRB Cosmetics, uno dei principali player a livello mondiale nella produzione di prodotti skincare, della Carbon Neutrality nel suo stabilimento in Svizzera, contribuendo in questo modo all’obiettivo del Gruppo di ridurre le emissioni di gas serra entro il 2025.

Il traguardo è stato raggiunto grazie all’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili, iniziativa che ha già portato alla riduzione del 90% delle emissioni di gas serra rispetto al 2018. Le rimanenti emissioni di gas vengono compensate tramite progetti certificati di decarbonizzazione, partecipando così attivamente alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

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