Piazza Affari atterrata dai bancari. Vola il debito pubblico

TRIESTE – Dopo aver archiviato anche la seconda settimana del 2013 con una performance positiva, Piazza Affari e le principali Borse europee aprono la nuova ottava contrastate.

Il settimanale finanziario «Milano Finanza», nel commentare questa partenza a razzo dei principali mercati azionari internazionali, conferma l’esistenza di tutte le premesse per la continuazione del rally di Borsa, nella speranza che possa rappresentare un’anticipazione della ripresa economica e non soltanto un raggio di sole nella tempesta mentre, sull’altra sponda dell’Atlantico, a supportare la fiducia degli investitori intervengono le parole del Governatore della Banca centrale di Chicago, secondo il quale la Fed continuerà a sostenere l’economia americana.
Sul fronte macroeconomico in mattinata sono stati resi noti i dati relativi alla crescita della produzione industriale per i paesi dell’Eurozona e con essi la conferma del preoccupante stato di crisi in cui versa il nostro paese: l’Istat ha comunicato che nel mese di novembre il calo è stato del 7,6% su base annua, con il settore auto che ha perso il 14%, così come l’Eurostat ha registrato una flessione del 3,7% della produzione industriale della zona Euro. A rincarare la dose la comunicazione della Banca d’Italia che, nel supplemento al Bollettino Statistico mensile, registra a novembre il superamento dei 2020 miliardi di euro per il debito pubblico italiano, rispetto ai 2015 di ottobre: il livello più elevato in assoluto dal massimo relativo dello scorso ottobre, dopo che il 2012 era iniziato con un ammontare di “soli” 1907 miliardi.

Così, dopo un più che discreto avvio di seduta culminato con il balzo del 6,3% di Fiat sui “rumors” (indiscrezioni) di un accordo con la cinese GAC, già partner del Lingotto, per la produzione di modelli a marchio Jeep in Cina, non è bastato il forte progresso i telefonici sulle prospettive di un consolidamento tra le aziende del settore a contrastare tanto le pesanti perdite di Generali (-2,5%), il cui nuovo piano industriale non sembra convincere il mercato, quanto l’odierna debolezza dei bancari, nonostante secondo l’OCSE le maggiori banche italiane non evidenzino problemi di patrimonializzazione, a differenza di alcuni istituti francesi e tedeschi.
Così ai frazionali rialzi di Parigi (+0,08%) e Francoforte (+ 0,07%) si contrappongono le flessioni di Londra (-0,17%) e Milano (FTSE Mib -0,88%; FTSE Italia All Share -0,84%), con Piazza Affari evidentemente più avvezza a posizioni da gregario piuttosto che da leader.
Giornata negativa anche per gli spread, con il differenziale tra il titolo italiano (Btp novembre 2022) e quello tedesco che si riporta sopra i 260 punti base dai 253 di venerdì scorso; il rendimento del decennale è risalito così al 4,15%, imitato dal Btp a due anni che ha riscoperto quota 1,4%.

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