Piazza Affari si adegua al trend negativo delle Borse europee

TRIESTE –  Inizio di settimana in ribasso per il FTSE Mib (-0,77%), acronimo di Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa, il più significativo   indice azionario di Piazza Affari che comprende le  azioni delle 40  società  italiane ed estere a maggior capitalizzazione quotate sui mercati gestiti da Borsa Italiana, dopo che,  complice l’incerto scenario politico concretizzatosi dopo le elezioni, nel periodo compreso tra il 25 febbraio e il 1° marzo aveva già registrato una flessione del 3,44%.

In pratica nel mese di febbraio sono stati vanificati tutti i rialzi accumulatisi a gennaio, portando il risultato da inizio anno ad un meno 3,67% che bene spiega tanto il calo dei volumi intermediati per seduta, scesi ad un ammontare medio di quasi 2,3 miliardi di euro dai 2,6 del mese precedente, quanto le pessime performance del comparto bancario, penalizzato dal forte incremento dello spread nuovamente al di  sopra quota 300 punti.
Anche le Borse asiatiche hanno iniziato la nuova ottava in calo, a seguito dell’onda lunga cinese che ha deliberato di mettere un freno alla speculazione immobiliare, mentre Tokio ha chiuso in leggero rialzo anche se il mercato monitora attentamente l’andamento dell’aggressiva politica monetaria, responsabile dell’altalenante andamento dello yen.
Frenate dalla decisione della Cina e, soprattutto, dal mancato accordo sul budget USA che ha costretto il presidente Barack Obama ad emanare il decreto (sequester) sui tagli automatici alla spesa pubblica, le principali Borse europee hanno iniziato la nuova settimana all’insegna di una negatività (Francoforte -0,24%, Londra -0,46%) sulla quale pesa anche l’esito della riunione dell’Eurogruppo di questo pomeriggio, incentrata sulla  crisi di Cipro (il cui salvataggio è attualmente stimato attorno ai 18 miliardi) e sull’impasse politico italiano.
Non si salva dal trend negativo neanche Piazza Affari (FTSE Mib -0,47%, FTSE Italia All-Share -0,45%), dove gli indici risentono della debolezza delle banche, zavorrate da uno spread BTP/Bund risalito attorno ai 350 punti base;  tra i titoli del settore da segnalare le performances negative di Mediobanca (-2,94%), Montepaschi (-2,86%) ed IntesaSanpaolo (-2,50%), mentre tra gli industriali spicca il calo di Fiat (-1,94%), dopo che il Ministero dei Trasporti ha comunicato una contrazione del 17,4% delle immatricolazioni di automobili in Italia alla quale non si è potuta sottrarre neanche la casa del Lingotto (-16,8%), che ha visto così scendere la propria quota di mercato al 28,5%.
Dopo un’apertura in rialzo a 348 Bp (Basis point, punti base) ed aver pericolosamente oscillato intorno a quota 350 durante la giornata, lo spread  tra il BTP decennale e il Bund tedesco di pari durata ha chiuso la seduta in contrazione a 339 punti, corrispondenti ad un rendimento del 4,84%.
Secondo il settimanale Milano Finanza che ne ha analizzato l’andamento, i titoli di Stato italiani hanno resistito molto bene ai risultati delle elezioni politiche, mantenendo il rendimento del decennale sotto quel 5% dei massimi toccati nel novembre del 2011 pur senza escludere un aumento della volatilità in attesa che i principali partiti trovino un accordo per l’elezione del nuovo Governo.

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