BERLINO – Ammonta a 1.500 miliardi il rischio finanziario per la Germania in caso di disintegrazione dell’eurozona.
È la stima dell’istituto tedesco IfW, basata sui calcoli di sei tra i più importanti think tank del Paese e riportata oggi dallo Spiegel. La somma più ingente, pari a 700 miliardi di euro, è in capo alla Bundesbank. Secondo il giornale, la banca centrale tedesca ha crediti commerciali all’interno dell’Eurosistema della Bce che sarebbe in grado di garantire solo in parte.
Fino a 100 miliardi si riferiscono invece all’esposizione della Germania nei fondi che hanno investito nei Paesi periferici dell’Unione, come Grecia, Portogallo e Spagna. Le banche tedesche perderebbero diverse centinaia di miliardi di euro investiti in titoli di Stato, mentre a circa 300 miliardi ammonta l’esposizione di assicurazioni e società tedesche in altri Paesi dell’eurozona.
Berlino dovrebbe poi fare i conti con rischi economici, come il probabile apprezzamento della moneta che sostituirà l’euro e che peserà inevitabilmente sulle esportazioni. Da qui gli sforzi della Confindustria tedesca per convincere il governo a fare tutto il possibile per salvare la moneta unica e mantenere intatta l’eurozona.