ROMA – “Ho letto con sorpresa e sconcerto le notizie recentemente riportate da organi di stampa che parlano di un piano lacrime e sangue per rilanciare le banche italiane”.
Così Maurizio Arena, segretario Generale DirCredito, il sindacato delle alte professionalità bancarie. “Al di là dell’attendibilità di quanto affermato – continua Arena – mi preme entrare nel merito per fare alcune puntualizzazioni. La presunta volontà di ABI di rendere obbligatori i contratti di solidarietà, ricorrendo a prepensionamenti coatti e addirittura alla cassa integrazione, ci vede assolutamente contrari perché rappresenterebbe una palese violazione di quanto sottoscritto tra le Parti nel Contratto Nazionale. Il confronto fra ABI e sindacati ha senso solo se si basa sul rispetto delle regole e soprattutto se non diventa il mezzo attraverso cui le Banche cercano di far pagare solo ai lavoratori, sempre gli stessi, il prezzo della crisi. Ancora più irricevibile sarebbe la proposta di alleggerire il costo del lavoro esternalizzando attività ritenute non strategiche e quindi cestinando i precisi impegni assunti in sede di rinnovo contrattuale a fronte dei quali sono stati richiesti sacrifici ai lavoratori. La rottamazione, spesso invocata dai banchieri che la ritengono uno strumento efficace per dare ossigeno al settore, guardandosi bene però dall’applicarla a loro stessi e ai loro compensi milionari, non rappresenta per DirCredito un’opzione praticabile.Se, come recitano gli articoli, la guerra è alle porte – conclude Arena – l’Abi è avvisata: DirCredito non arretrerà di un passo rispetto alla linea di difesa dei lavoratori tracciata dai contratti sottoscritti delle Aree professionali, dei Quadri direttivi e dei Dirigenti