Pensionati al governo, tempo scaduto. Il 7 dicembre in piazza Spi, Fnp, Uilp

ROMA – I pensionati italiani sono quelli che più di altri stanno pagando il prezzo della crisi e delle politiche di rigore adottate finora dal governo Monti.

E’ per questo che il prossimo 7 dicembre saranno in piazza, chiamati a raccolta dalle Organizzazioni sindacali Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil in occasione della giornata di mobilitazione nazionale dal titolo inequivocabile “Tempo scaduto!”.

Presidi in tutta Italia e manifestazione al Pantheon

Per la giornata di mobilitazione sono stati organizzati presidi davanti alle Prefetture e ai Comuni di tutte le principali città italiane. A Roma invece ci sarà una manifestazione nazionale in piazza del Pantheon a partire dalle ore 10, che sarà conclusa dagli interventi dei Segretari generali di Spi-Fnp-Uilp Carla Cantone, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima.
I pensionati tornano così a manifestare contro quanto fatto dal governo Monti, a cominciare dal blocco della rivalutazione delle pensioni passando per l’introduzione dell’Imu sulla prima casa, i tagli al welfare e ai trasferimenti a Regioni ed Enti locali, l’aumento dei prezzi e delle tariffe.
I sindacati chiedono al governo, alle amministrazioni locali e alle forze politiche interventi concreti e urgenti in favore dei pensionati e delle persone anziane.
In particolare Spi-Fnp-Uilp ritengono sia necessario sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, dare vita ad una nuova e più equa politica fiscale, rilanciare il welfare pubblico e approvare in tempi strettissimi una legge nazionale sulla non autosufficienza.

Su invecchiamento attivo in Italia pessimi risultati

Si è chiuso intanto l’anno europeo per l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni. Secondo il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone su questo argomento “l’Italia ha ottenuto pessimi risultati. La condizione degli anziani, infatti, è peggiorata e nessuno si sta occupando della grande questione irrisolta che è il welfare, su cui si dovrebbe investire massicciamente tanto per rispondere alle esigenze dei più fragili quanto per creare nuovi posti di lavoro per i giovani”.
Il governo però ha scelto un’altra strada dando vita ad una riforma delle pensioni che ha il suo fulcro nell’allungamento dell’età pensionabile.
Essere attivi però non vuol dire lavorare per tutta la vita perché in questo modo si costringono gli anziani a restare a lavoro e si impedisce di conseguenza ai giovani di trovare un’occupazione.

Una radicale inversione di rotta

C’è allora bisogno di una radicale inversione di rotta. Chi si candida a governare il paese dovrà necessariamente occuparsi della condizione degli anziani e dei pensionati nel nostro paese. Per farlo bisogna affrontare la questione dei redditi da pensione che sono sempre più miseri, dell’eccessivo peso fiscale e dell’assenza ormai conclamata di un welfare state in grado di rispondere alle esigenze di chi è più debole.
Basta fare il contrario di quanto ha fatto il governo Monti. E la situazione non potrà che migliorare.

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