Domani in pensione, ma oggi c’è da vivere. La generazione ad “Aspettativa Zero”. Capitolo 5

ROMA – E’ una trappola classica e tra l’altro è basata su concetti non privi di fondamento quella in cui spesso cadono gli investitori. Il mantra per cui prima si investe per la pensione e meglio è non può però non tenere conto di ciò che ciascun individuo ha oggi e di ciò che ciascun individuo è oggi.

Da una parte è quindi assolutamente necessario contestualizzare ogni consiglio d’investimento alla fase vitale che si sta attraversando, affrancandosi dalla trappola di indebitarsi per vivere adesso mentre si investe per vivere domani.

D’altra parte è necessario prendere coscienza di quale sia il reale effetto che ha sulla nostra vita quotidiana, sul nostro attuale tenore di vita, il susseguirsi di manovre pensionicide degli ultimi anni.
La ottusa insistenza dei governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni alla guida del nostro paese ha creato un effetto ancor peggior dei tagli effettivamente portati al nostro sistema previdenziale. La totale mancanza di affidamento e di affidabilità di ogni garanzia pensionistica ha infatti creato una ‘aspettativa zero’ nei cittadini del Belpaese che spesso ragionano sulla falsariga del ‘tanto noi non avremo la pensione’; ciò però da un lato costringe ad operare pesantemente sul nostro attuale livello di consumi per fronteggiare la potenziale nullità della copertura pensionistica e dall’altro fornisce una garanzia di totale impunità ad ogni Governo che, così anche di passaggio, volesse raccattare qualche soldo tagliando le pensioni, le diamo già per perse e quando qualcuno ce le toglie sul serio non ce ne accorgiamo neanche più.

La aspettativa zero della nostra generazione potrebbe quindi divenire una profezia autoavverantesi, sia perché la pensione potrebbe essere azzerata perché il cittadino si aspetta che si azzerino le pensioni ed è rassegnato a questo evento, non difenderà i propri diritti perché riterrà di averli già perduti, e sia perché la pesante compressione del livello dei consumi che si potrebbe dover fare oggi per accantonare risorse sufficienti a vivere decentemente nella vecchiaia potrebbe contribuire ad avvitare ulteriormente l’economia del nostro Paese così da costringere l’esecutivo a procedere ad ulteriori tagli anche previdenziali.
Il primo passo da compiere, prima individualmente ed un istante dopo anche collettivamente, è quello di prendere coscienza del fatto che accettare supinamente ogni intervento sulle future pensioni è un vero e proprio suicidio sia di coloro i quali, in prima persona, subiranno forti tagli al proprio trattamento e sia di coloro i quali, a cominciare dai piccoli imprenditori e dai professionisti, ne subiranno gli effetti in termini di riduzione del fatturato dovuto alla necessità, che prima o poi sarà avvertita da una intera generazione, di risparmiare in prima persona per il proprio futuro.

Pur essendo il tempo il miglior alleato di un investitore occorre però tenere presente che non sempre è davvero saggio sfruttarlo al massimo. Solo quando si sarà raggiunto un tenore di vita che sia  in grado di conciliare il proprio reddito anche prospettico con le proprie aspettative per il presente e per il futuro saremo in grado di mettere mano ad un vero Piano di Investimento. Non mi stancherò mai di ripetere che il nostro futuro è funzione direttamente dipendente del nostro presente, ed in campo pensionistico il nostro futuro dipende molto da ciò che si fa oggi ed ancor più da ciò che invece oggi non si fa. Se oggi non abbassiamo i nostri consumi un pochetto, domani dovremo abbassarli molto, se oggi non investiamo un po’ di soldi con prospettive di lungo termine, ed anche di questi tempi queste prospettive continuano ad esistere, domani dovremo fare a meno di una fetta del nostro tenore di vita molto alta, se oggi non lottiamo con le unghie e con i denti per i nostri diritti domani piangeremo e rimpiangeremo il non averlo fatto.

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