KAMPALA – La Corte Costituzionale ugandese ha rigettato ieri, venerdì 1 agosto, la legge anti-gay per un vizio di forma: non vi era il quorum, in Parlamento, per votarla, il giorno in cui la legge è passata, il 20 dicembre 2013.
Un risultato in cui hanno avuto un grande peso le azioni di SPAVOC Uganda (con l’eroico Patrick Leuben Mukajanga in prima fila, nonostante le intimidazioni ed alcuni episodi di violenza subiti) ed EveryOne Group. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia: la discriminazione degli omosessuali in Uganda è diffusa in ogni strato sociale e questo primo risultato non deve diventare il pretesto per respingere i profughi gay che chiedono asilo nell’Unione europea. La strada verso l’uguaglianza e la libertà è ancora molto lunga e insidiosa.