ROMA (nostro inviato) – La fila e il clima erano quelli delle grandi occasioni.
Un piccolo grande evento all’interno della Festa del Cinema di Roma. Paolo Sorrentino si presenta davanti ad una platea smaniosa, impaziente. L’incontro, coordinato come sempre dal Direttore Artistico Antonio Monda, è informale. I due sono amici, e si vede. Cinque momenti, cinque sequenze scelte dallo stesso Sorrentino, per raccontare la sua visione di cinema e qualche considerazione personale.
La bellezza e l’estetica per lui sono totalmente essenziali. Ci tiene a ribadirlo in più di una battuta. Nessuno come lui sa coniugare il puro senso estetico accompagnato da dettagli che tolgono di certo il respiro. Puro cinema, non artifizio. Perché, per sua stessa ammissione, il cinema esprime sentimenti e situazioni verosimili, non necessariamente vere. Ecco perché ci si può permettere il lusso di ribaltare situazioni (grandiosa, a questo proposito, la sequenza della passeggiata solitaria di Giulio Andreotti ne “Il Divo”, scelta da Monda per omaggiarlo) che non devono rispecchiare canoni realistici. Meravigliosa anche la sequenza di “Era Mio Padre”, scelta dal regista Premio Oscar. Una scena che, per sua stessa ammissione, è un mezzo nettamente migliore per imparare a fare cinema rispetto a tante scuole che si prefiggono l’obiettivo di farlo.
Un incontro sulla narrazione, un incontro delicato e al tempo stesso chiarificatore. Non ci si è soffermati troppo sulla filmografia o i gusti di Sorrentino che ormai tutti conosciamo. In ultimo, ma non ultimo, un cortometraggio girato a Rio, girato dal regista, che racconta di una coppia formata da un anziano signore ed una donna giovane in vacanza. Una storia di non comunicazione e superficialità di lei ed una “rivalsa” di lui, con un finale specchio del cinema del regista. Un incontro ravvicinato importante, che aspettavamo da quando lo si è annunciato e che ha perfettamente ripagato tutti i fan di Paolo Sorrentino, ma di tutti quelli che adorano il vero cinema. Quello delle scelte verosimili, non necessariamente vere.