CANNES –“The old oak” è il nome che il proprietario TJ Ballantyne ha dato al suo pub, unico locale nel quale gli abitanti di un ex villaggio minerario del nord dell’Inghilterra si ritrovano. Da quando però in paese sono arrivati alcuni profughi siriani e lui li ha accolti, Ballantyne rischia di perdere parte dei suoi avventori, anche quelli più affezionati, col pericolo di fallire.
L’uomo è particolarmente affezionato alla famiglia di Yara, una ragazza il cui padre è in prigione in Siria, mentre i suoi compaesani non perdonano all’oste la propensione verso lo straniero che vivono come nemico.
Ken Loach mette in scena, attraverso un microcosmo inglese, una realtà diffusa in tutta d’Europa: l’immigrato visto come profittatore, colui che può solo portare via il lavoro agli autoctoni, responsabile dell’impoverimento generale nel quale oggi versa la classe media e il proletariato, anche nei paesi più ricchi del mondo. Racconta paradossalmente l’egoismo interclassista, trasversale tra gli umani, non solo fattore d’ignoranza, bensì problema dell’inconscio da risolvere per rendere il mondo più vivibile.
Con “The old oak” ci lascia in eredità un film che mette l’arte al servizio dell’impegno civile, riconfermando la sua fede nella speranza della solidarietà umana, quale bisogno imprescindibile di condivisione e elemento indubitabile per la prosecuzione della vita. Almeno per coloro che la scelgono quale urgenza per l’espansione di ciò che esiste. Il 17 giugno 2023 il regista festeggerà l’ottantasettesimo compleanno. Ha dichiarato che, data la sua età, “The old oak”, “La vecchia quercia” sarà probabilmente l’ultimo. Poiché lo aveva paventato altre volte, speriamo non sia così.
Data di uscita:N.D.
Genere:Drammatico
Anno:2023
Regia:Ken Loach
Attori:Debbie Honeywood, Reuben Bainbridge, Chris Gotts, Dave Turner, Rob Kirtley, Ebla Mari, Andy Dawson, Lloyd Mullings
Paese:Francia
Distribuzione:Lucky Red
Sceneggiatura:Paul Laverty
Fotografia:Robbie Ryan
Montaggio:Jonathan Morris
Produzione:Sixteen Films