Scampia: servono soldi per realizzare i sogni

NAPOLI – Ci piace immaginarlo come un sogno che diventa realtà anche se, in parte, lo è già.

È il progetto portato avanti in questi anni dalla famiglia Maddaloni, nel cuore pulsante di Scampia, a Napoli. Un autentico raggio di luce che illumina la speranza di centinaia di ragazzi che si trovano a vivere la possibilità di avere una scelta dinanzi a sé.

Il progetto nasce nel 2005, con la costruzione di una palestra voluta dal maestro di judo Giovanni Maddaloni, papà di Pino, oro olimpico di judo alle Olimpiadi di Sydney 2000.

Nel tempo l’idea è cresciuta e ora, nel centro di Scampia, sorge un’oasi della legalità, dell’onestà, un’idea di aggregazione e di solidarietà , di opportunità e di alternativa sociale. Una vera cittadella dello sport, dove i valori dell’uomo e dell’etica sportiva, vengono portati alla luce del sole.

Insomma, un progetto ambizioso che abbraccia anche altre iniziative e associazioni che affondano le loro radici sempre nel sociale. Dal centro Hurtado alla comunità di Don Peppino Diana, avvalendosi del Tribunale dei Minori e del C.P.A. Colli Aminei, senza dimenticare l’Istituto non vedenti Martusciello. All’interno di questo centro polifunzionale, trova spazio anche il LILT (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori).

Ma, come tutte le belle favole che si raccontano, anche questa della famiglia Maddaloni rischia di finire. Già, perché i fondi servono per costruire questo sogno, per alimentare questa realtà e, in questo momento, stanno diminuendo sempre di più. Per far funzionare questa importantissima macchina sociale che contrasta l’ombra scura della criminalità di Scampia, c’è bisogno di sostenitori, di liquidità, di coraggio di investire in qualcosa che va ben oltre il semplice tornaconto economico. Qui c’è in ballo il futuro delle nostre famiglie, dei nostri figli che non dovranno mai perdere il diritto di poter scegliere.

Per saperne di più: http://www.insiemexscampia.it

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