Alitalia. La compagnia, senza piano industriale, non è affatto salva

ROMA – Alitalia non naviga ancora in cieli sicuri. Anzi, la situazione dopo il varo dell’aumento di capitale votata al termine dell’assemblea terminata all’alba del 15 ottobre scorso, è di fatto ancora in corso. Qualche soldo è già arrivato dei 300 milioni di ricapitalizzazione.

75 milioni arrivano dalle Poste Italiane. 126 milioni saranno versato da Unicredit-Intesa e  gli stessi istituti finanziari si sono impegnati di mettere a disposizione di Alitalia altri 50 milioni di euro grazie al “bridge to equity”. Insomma, a conti fatti Alitalia incassa già 201 milioni di euro. Ma, va ricordato, che manca il pronunciamento dell’azionista numero uno, ovvero Air France-Klm, ragione per cui la strada è ancora lunga, considerando i debiti contrtatti dai cosiddetti Capitani coraggiosi.

E proprio nei loro confronti, oggi si è espresso Romano Prodi, che ha ripercorso le ultime tappe della trattativa nel 2008: “Air France – ha spiegato Prodi –  era andata avanti con condizioni buone per l’Italia non era la soluzione ideale ma era la migliore fra quelle rimaste.  Poi sono andato via dal governo e non so cosa sia successo – ha detto Prodi – Sono arrivati i capitani coraggiosi e il disastro che hanno fatto mi sembra abbastanza chiaro ed evidente. È costato al Paese più di 5 miliardi di euro e il problema non è ancora risolto”. 

Tuttavia in una situazione come questa, la paura è quella che un piano industriale possa provocare l’ennesimo taglio del personale. Tagli, che il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi ha smentito, ma solo perchè al momento non c’è nessun piano. Ed è la stessa Alitalia a smentire  che «qualsiasi nuovo piano sia stato presentato e precisa quindi che le indiscrezioni relative a tagli del personale, messa a terra degli aerei e tagli di rotte sono destituite di ogni fondamento”. Insomma, bisognerà attendere le prossime mosse, prima di decretare la salvezza dell’ex compagnia di bandiera. 

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