Monti si dimette da Scelta Civica. Scontro tra l’ex premier e i senatori centristi

ROMA – Mario Monti si dimette da Scelta civica, l’ex premier diffonde una lunga nota alle agenzie per spiegare che le posizioni del ministro Mario Mauro e quelle di dieci senatori di Sc che oggi hanno diffuso una nota congiunta rappresentano di fatto una «sfiducia».

Dice Monti: «Non posso non intendere la dichiarazione degli ‘undici più unò senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti. Ne prendo atto. Rassegno le dimissioni da presidente di Scelta Civica. La presidenza verrà assicurata dal vicepresidente vicario Alberto Bombassei, fino all’attivazione delle procedure previste dallo Statuto per la nomina del nuovo presidente. Domani lascerò il gruppo Sc del Senato e chiederò l’iscrizione al gruppo misto».

Aggiunge Monti: «Nella mia veste di senatore a vita, non verrà meno il mio impegno per contribuire all’affermazione di quei valori e di quella visione per i quali, confido, quanti hanno aderito al progetto di Scelta Civica per l’Italia continueranno a battersi».

Nella lunga nota Monti riferisce di «scambi di opinioni» avuti all’interno di Scelta civica sugli «elementi resi noti dal Governo sul disegno di legge Stabilità approvato martedì sera»: in particolare, «con i presidenti dei Gruppi parlamentari al Senato (sen. Susta) e alla Camera (on. Dellai), con i responsabili economici (sen. Lanzillotta, sen. Ichino, on. Zanetti) e con il portavoce politico (sen. Della Vedova)». E sulla base di questi incontri ricorda di aver «rilasciato una dichiarazione come presidente di SC».

«Vi si esprimeva – spiega l’ex premier – una prima valutazione, secondo la quale il ddl Stabilità appare soddisfacente quanto al rispetto dei vincoli europei, timido per quanto riguarda la riduzione delle tasse, insoddisfacente per quanto riguarda l’orientamento alla crescita. In merito alla maggiore carenza riscontrabile a questo stadio – la mancanza di riforme strutturali incisive, indispensabili per la crescita – si  richiamavano le proposte offerte alla considerazione del presidente Letta in un documento rimessogli lunedì (‘Elementi per un contratto di coalizionè). Al fine di esercitare sul Governo lo stimolo di cui ha bisogno per affrontare risolutamente le riforme, superando le resistenze conservatrici alle quali è sottoposto da parte del PdL e del PD, attenti in primo luogo ai rispettivi interessi elettorali, la dichiarazione concludeva: ‘La posizione che SC terrà nell’iter parlamentare dipenderà dalla misura in cui il Governo vorrà e saprà accogliere le preoccupazioni indicatè. Pure nella serata di ieri, quattordici deputati di SC hanno diffuso una loro nota congiunta, sostanzialmente in linea con la mia dichiarazione».

Ma «oggi, dal canto loro, undici senatori appartenenti al Gruppo di Scelta Civica – i senatori Albertini, Casini, De Poli, Di Biagio, Di Maggio, D’Onghia, Luigi Marino, Merloni, Olivero, Lucio Romano, Maurizio Rossi – hanno rilasciato – nota ancora Monti – una loro dichiarazione congiunta. È difficile non convenire con il pochissimo che viene detto in ordine alla valutazione del ddl (‘è un primo passo nella giusta direzionè). Ma vi è un ‘quid’ specifico, di rilievo politico, che permea la dichiarazione, unisce le posizioni tenute di recente dagli undici firmatari e le connette ad un altro senatore di SC, che non è tra i firmatari in quanto fa parte del Governo, il Ministro della Difesa sen. Mauro».

«In questi giorni il sen. Mauro, con dichiarazioni ed iniziative, è venuto preconizzando, da un lato, una linea di appoggio incondizionato al Governo, posizione legittima – e naturale in chi fa parte di un governo – ma che non è la linea di SC, linea definita dai suoi organi direttivi e confermata nella proposta del ‘contratto di coalizionè; dall’altro, il superamento di SC in un soggetto politico dai contorni indefiniti ma, a quanto è dato capire, aperto anche a forze caratterizzate da valori, visioni e prassi di governo inconciliabili con i valori, la visione e lo stile di governo per i quali Scelta Civica è nata. Per i quali ho accettato di impegnarmi, di impegnare il mio nome e, con esso, di favorire l’ingresso o il ritorno in Parlamento di candidate e candidati che si sono formalmente impegnati a battersi per realizzare quella che essi stessi hanno chiamato ‘Agenda Montì».

«Non posso non intendere la dichiarazione degli ‘undici più uno senatori – commenta Monti – come una mozione di sfiducia nei miei confronti. Ne prendo atto. Rassegno le dimissioni da presidente di Scelta Civica. La presidenza verrà assicurata dal vicepresidente vicario Alberto Bombassei, fino all’attivazione delle procedure previste dallo Statuto per la nomina del nuovo presidente. Domani lascerò il gruppo SC del Senato e chiederò l’iscrizione al gruppo misto».

 

«Nella mia veste di senatore a vita, non verrà meno il mio impegno per contribuire all’affermazione di quei valori e di quella visione per i quali, confido, quanti hanno aderito al progetto di Scelta Civica per l’Italia continueranno a battersi», conclude.

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