Ruby. Al via il processo d’appello per Berlusconi

ROMA – Prende il via il secondo round del processo Ruby che vede come unico imputato Silvio Berlusconi, per i reati di concussione e prostituzione minorile. Proprio a 4 giorni dal primo anniversario della condanna a sette anni di reclusione ed interdizione perpetua dai pubblici uffici. 

A sostenere la difesa, nel giudizio della II Corte d’Appello di Milano, saranno Francesco Coppi e Filippo Dinacci, non più gli storici difensori Niccolò Ghedini e Piero Longo, entrambi indagati per ipotesi di corruzione in atti giudiziari nell’indagine Ruby ter. Non prevista, per ora, alcuna istanza di rimessione del processo – diversamente da quanto accadde in primo grado – nonostante il fascicolo Ruby sia tra quelli alla base dello scontro tra il P.R. di Milano Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo, con riguardo ai metodi di attribuzione dell’inchiesta Ruby ad Ilda Boccassini. 

Rispetto all’istanza di ricorso in appello depositata a Gennaio da Ghedini e Longo nessuna aggiunta. Anticipa l’Avv. Coppi: “Ci batteremo per ottenere l’assoluzione”. Probabilmente attraverso la richiesta di ammissione di prove non accolte in primo grado, dato che già nell’impugnativa di Gennaio tra le motivazioni vi sono le dichiarazioni di Karima El Marough, meglio conosciuta come Ruby Rubacuori, che nega di aver avuto rapporti con l’ex premier e men che meno a pagamento. Non costituirebbero quindi compenso per prestazioni sessuali le somme versate alla giovane marocchina a titolo di “liberalità” in quanto aiuto ad una persona in difficoltà.

Per quel che concerne l’accusa di concussione invece, le motivazioni del ricorso fanno perno sull’insussistenza del fatto, in quanto, per la difesa, la famosa telefonata al capo di Gabinetto della Questura milanese Pietro Ostuni, sarebbe consistita in una semplice richiesta di informazioni, per sapere se una ragazza egiziana, creduta davvero la nipote di Mubarak, fosse stata portata in Questura. L’intervento della Minetti, nel frattempo condannata in primo grado nel processo Ruby bis assieme a Lele Mora ed Emilio Fede) quindi sarebbe stato finalizzato solo all’effettivo riconoscimento della ragazza come nipote del leader egiziano.

Quella di oggi è una partita importantissima per l’ex cavaliere che affronta per la prima volta un processo senza immunità. Difatti, nel caso di conferma della condanna, potrebbe veder rimesso in discussione il beneficio dell’affidamento ai servizi sociali previsti dalla sentenza Mediaset, rischiando così di dover scontare il cumulo della pena agli arresti domiciliari. Peggio , l’eventuale condanna potrebbe anche significare sospensione per 10 anni dai pubblici uffici. Destinandolo definitivamente all’oblio, attraverso la preclusione di qualsiasi attività politica. Un altro anniversario, quello delle condanne a 5 anni di reclusione per l’ex consigliere regionale Nicole Minetti,  e 7 anni per Emilio Fede, ex direttore Tg4 e Lele Mora, talent scout, nel processo Ruby bis, sarà celebrato  il 15 Luglio a Milano con l’apertura del secondo grado di Giudizio da parte della III Corte d’Appello.  

Non si conoscono ancora i tempi dei procedimenti, ma mentre per quello a carico dell’ex cavaliere si potrebbe arrivare ad una sentenza già in estate, per il Ruby bis sembra previsto il rinvio del dibattimento a Settembre.

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