ROMA – La scelta del sito di Via Ardeatina Km 15,300, legata alla presenza già autorizzata di una discarica di rifiuti pericolosi e non pericolosi (car-fluff), è incongrua. La presenza di una struttura già autorizzata non riduce l’impatto ambientale e tantomeno il danno alla salute per la popolazione circostante.
La popolazione residente nell’arco di due chilometri è di circa 15000 abitanti di antico e nuovo insediamento, con alta percentuale di popolazione infantile. Molti residenti sono a poche centinaia di metri.
Ad oggi non sono state effettuate verifiche né tantomeno studi sistematici sull’impatto ambientale della discarica esistente, mentre studi effettuati per altre discariche simili hanno dimostrato l’alta nocività per la salute dei fattori inquinanti di derivazione dal fluff.
Attualmente gli studi dimostrano che il fluff va trattato con recupero preventivo e non posto in discarica, mentre gli studi sull’utilizzo per la produzione di energia tramite inceneritore sono ancora in atto. In particolare il PCB (policlorobifenile) è contenuto nel fluff ad un livello 200.000 superiore al limite accettabile, dando origine a composti cancerogeni persistenti nell’ambiente.
Studi epidemiologici nazionali e internazionali hanno dimostrato maggiori rischi per malformazioni congenite e basso peso alla nascita nella popolazione infantile e aumento dei tumori negli adulti. La vicinanza ai siti della popolazione è considerata nei diversi studi causa principale degli eccessi di rischio rilevati. Maggiormente pericolosi sono considerati i siti in cui più fattori inquinanti possono miscelarsi. Evitare che sostanze e fattori inquinanti si miscelino è considerata al contrario una buona prassi preventiva.
In particolare la tutela della salute richiede l’adozione di metodiche preventive, mentre le deroghe amministrative sistematicamente utilizzate non sono considerate una buona pratica.
Sono necessarie indagini ad hoc e prassi di sorveglianza. Vengono raccomandate prassi di monitoraggio e sorveglianza delle emissioni, in particolare proprio nell’area sud di Roma, compresa tra numerose discariche. Vanno attivati studi prospettci multicentrici con uso di procedure di biomonitoraggio sui gruppi vulnerabili, come i bambini, le donne in gravidanza, i malati cronici.