ROMA- È stato arrestato dalla Polizia, in flagranza di reato, a Roma, un giudice della commissione tributaria provinciale. A quanto si apprende stava riscuotendo una tangente da 6.000 euro.
La tangente sarebbe servita per ‘aggiustarè una pratica che riguardava il figlio di un avvocato. La vicenda si è articolata in una serie di contatti telefonici tra la vittima, il suo avvocato e il giudice, in cui quest’ultimo chiedeva insistentemente un incontro con le parti per chiarimenti sulla ‘praticà, prima della data dell’udienza. L’insolita situazione ha insospettito l’avvocato che, munito di registratore, si è presentato all’incontro con il giudice. Subito al sodo il giudice della commissione tributaria non aveva nessuna intenzione di parlare della questione; ha esposto immediatamente la sua richiesta: 6.000 euro in cambio della chiusura positiva della pratica. A questo punto l’avvocato si è rivolto alla Polizia. Sono stati gli investigatori del commissariato Salario-Parioli, dopo aver contrassegnato il denaro contante, ad intervenire ad ‘affarè concluso. (Dire)