ROMA – “…il 1° maggio è stata una giornata tremenda per me, è stato un continuo incontrare uomini fino a tarda sera!” con queste parole, una ragazzina di 16 anni ha descritto la sua attività di baby prostituta agli investigatori della Polizia di Stato che l’avevano appena salvata.
La ragazzina è stata portata in Italia, all’inizio dell’anno, da un piccolo villaggio della Romania. I genitori l’avevano affidata ad una connazionale per fare da babysitter ad una bambina di 5 anni e per un po’, le cose sono andate effettivamente così. Passate poche settimane, sono però iniziate le prime richieste “strane”; quella, che diventerà poi la sua principale sfruttatrice, convince la sedicenne a fare delle foto in pose erotiche e, di li a breve, le spiega che dovrà prostituirsi, raccontandole che lo faceva anche lei ed avrebbero diviso i soldi.
Vinta la ritrosia della giovane, soprattutto con la chiara minaccia di possibili ritorsioni in patria, avvalorata dal potere di cui gode la famiglia della sfruttatrice in Romania, l’attività viene così organizzata: i clienti venivano procurati tramite annunci on-line corredati delle foto della ragazzina. Alle chiamate rispondevano la 28enne romena aiutata dalla sorella di 23 anni che fissavano l’incontro e stabilivano il prezzo ed il tipo di prestazione.
La vittima era stata collocata in un Bed & Breakfast nel quartiere Casilino, riceveva l’ordine dalle due aguzzine sul cellulare e doveva lasciare aperta la comunicazione per far ascoltare alle due sorelle quello che faceva mentre era con il cliente. I soldi venivano ritirati da una delle due sfruttatrici a fine giornata. Gli investigatori del commissariato di Tivoli, per disarticolare l’organizzazione, si sono dovuti fingere clienti e seguendo le indicazioni sono arrivati fino alla porta della giovane prostituta.
Bloccate le sorelle, gli agenti hanno preso sotto la loro custodia la sedicenne. Inaspettatamente gli investigatori, nel momento del blitz, hanno trovato, insieme alle aguzzine la mamma della ragazzina. La stessa, ignara di tutto, avendo avuto in patria delle avvisaglie, si era precipitata a Roma per capire cosa stesse succedendo alla figlia.
Durante le perquisizioni, svolte nell’immediatezza, sono stati trovati e sequestrati i cellulari usati per ricevere le chiamate dei clienti, la carta di identità della fanciulla che le era stata sottratta fin dal suo arrivo in Italia ed un computer che era stato usato per inserire gli annunci in 3 distinti siti di incontri. Nel pc ci sono anche dei file pornografici che sono ora al vaglio degli esperti della Procura.
Gli agenti del commissariato di Tivoli, insieme ai colleghi del commissariato Torpignattara, hanno condotto la vittima e la mamma in una località protetta.