Ostia. Sequestrati beni per 20 milioni al clan Fasciani

OSTIA (ROMA) – Le indagini economico-patrimoniali, condotte dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale e dal II Gruppo Roma, si sono concentrate sui fratelli Carmine e Terenzio Fasciani, che si trovano in carcere e hanno preso spunto dai risultati di altre di importanti operazioni che hanno interessato in passato la stessa famiglia Fasciani condotte da Polizia e Gdf nel luglio 2013 e nel febbraio 2014.

Gli investigatori hanno potuto accertare che i due fratelli avevano progressivamente inquinato l”economia legale di Ostia, attraverso la costituzione e acquisizione di svariate società operanti in diversi settori, sfruttando numerosi prestanome. In alcuni casi, si è assistito a vere e proprie joint-venture tra i fratelli Fasciani. Obiettivo del clan era di investire in attività (quali la ristorazione e la gestione di stabilimenti balneari e discoteche) che meglio e più velocemente si prestavano al reimpiego dei proventi illeciti. In alcuni casi i Fasciani avevano sfruttato anche i nuovi strumenti societari (le cosiddette ”S.r.l. ad 1 euro”) introdotti con la riforma del diritto delle società di capitali.

Gli investigatori si sono avvalsi anche delle dichiarazioni dei recentissimi collaboratori di giustizia Michael Cardoni e Tamara Iannì, appartenenti al clan dei ”Baficchio”, parenti del defunto Giovanni Galleoni, detto ”Baficchio”, ucciso ad Ostia nel novembre 2011 insieme a Francesco Antonini. Rivelazioni che fra l”altro hanno portato all”operazione contro la famiglia Spada di Ostia, avvenuta lo scorso aprile. Nell”operazione di oggi, i finanzieri hanno sequestro 18 fra bar, ristoranti, forni, società di commercio al dettaglio di altri prodotti alimentari e immobiliari, situate tutte ad Ostia; le quote societarie di un altro bar, 29 fra case e appartamenti a Roma, Civitavecchia e L”Aquila. Sequestrate anche 5 autovetture e rapporti bancari, postali, assicurativi e azioni.

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