Questo è quanto Roma offre ai senza fissa dimora. Terra di nessuno

ROMA – Fa riflettere il post pubblicato dalla giornalista Paola Scarsi sulla sua pagina Facebook. Si tratta di una immagine che riprende piazza Santa Maria Maggiore, dove da anni abita una persona senza fissa dimora. “La sua casa di cartoni – scrive nel post -e’ stata gentilmente coperta con un telo impermeabile”.

Tempestiva la replica dell’Assessore alle Politiche Sociali, Promozione della Salute e Politiche per lo Sport del I Municipio di Roma, Emiliano Monteverde, il quale ribatte: “In verità la signora rifiuta da anni qualsiasi tipo di aiuto o sostegno, rivendica una sua libertà, è presente a se stessa e ha parenti che la vengono a trovare. In molti hanno provato a convincerla, la sala operativa sociale la monitorizza costantemente. Sino ad ora nessun psichiatra ha valutato che ci siano le condizioni ( pericolo verso se stessi o verso gli altri) per un trattamento sanitario obbligatorio”.

“Quindi lasciamola lì!”, fa notare la giornalista.Non ho detto questo – replica l’assessore – ma ho detto che sia la ASL con il dipartimento di salute mentale che il dipartimento ( quindi parlo di Lyri non di me che non ho diretta competenza sulla cosa. Lo dico per farti capire che non sto in alcun modo parla di responsabilità municipali, ma so anche quanto ci stanno provando le strutture competenti ) stanno lavorando da anni con questa persona”.

E’ tuttavia incredibile che un comune come Roma, la capitale d’Italia, accetti una situazione socialmente improponibile come questa, anche dal punto di vista igienico e sanitario. Indubbio che il decoro di certe città va ampliamente difeso e, sicuramente con un welfare degno di un paese civile, queste cose non succederebbero. Il paradosso è che a Roma si continua a costruire, mentre aumentano gli strattati per morosità incolpevole, mentre i palazzinari continuano a costruire edifici che rimangono vuoti. Forse sarebbe il caso che il comune, specie questa nuova giunta elettiva, inizi fattivamente a cambiare la situazione, fissando regole ferree per abbassare questa disparità sociale che sta lacerando le persone, degradando luoghi simbolo dell’arte e della cultura e soprattutto sotterrando la dignità dei più sfortunati.

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