Belpietro vuole vincere le elezioni candidando la Confindustria

A Maurizio Belpietro, direttore di «Libero» evidentemente non sono bastati otto anni quasi consecutivi di disastrosi governi della destra, che hanno contribuito in modo diretto a incrinare le strutture economiche della società per l’incapacità dei berlusconiani di fare qualsiasi cosa. Ora ne vorrebbe perlomeno altri cinque ed è per questo che, sul suo giornale, ha lanciato un sondaggio video proponendo la foto dei possibili candidati: Angelino Alfano, Maria Stella Gelmini, Pierferdinando Casini, Luca Cordero di Montezemolo, Roberto Maroni, Pietro Barilla, Corrado Passera, Emma Marcegaglia e Piero Tosi. Scrive Belpietro: «Il voto si avvicina, proibito far vincere la sinistra. E’ necessario fare pulizia, dare spazio ai giovani, allearsi con Casini. E trovare un nuovo leader». Il direttore lancia la campagna per le «pulizie di primavera», perché, scrive, «via i vecchi arnesi, dentro gente nuova». E chi sa con chi ce l’ha (forse con Silvio?).

«Libero» lancia la sua campagna elettorale, invitando i suoi lettori a votare per la persone fra quelle proposte che assolverebbe al meglio il compito di premier. Per non smentire la sua vicinanza a chi da sempre fa il bello e cattivo tempo in Italia (più cattivo che bello, per la verità) non manca nell’elenco la presidente uscente di Confindustria Emma Marcegaglia, che porterebbe nuovamente a Palazzo Chigi enormi conflitti di interessi; ma a quelli, oramai, Belpietro ci è abituato, anzi, li considera essenziali per la serenità e floridezza di un primo ministro. Mentre sulla Gelmini non ci esprimiamo, tanto scontato apparirebbe il nostro giudizio, notiamo la presenza di altri bei nomi dell’imprenditoria, il re della pasta, il re della Ferrari e dei treni superveloci. Forse Belpietro farebbe prima a proporre di appaltare Parlamento e Governo direttamente agli imprenditori, perché sono quelli i soli «ceti produttivi» italiani, che così saprebbero bene come sistemare per sempre quei cacciaballe della Fiom, Maurizio Landini ed altri notori sfaticati. E poi, vuoi mettere avere sempre un governo di miliardari, che d’estate campeggiano sui loro megayacht per i mari caraibici mentre con una mano dirigono le loro aziende in Serbia o in Moldavia?

Anzi, aggiungiamo altri nomi alla lista, con il possibile incarico ministeriale: Marina Berlusconi (ministro delle attività produttive), Piersilvio Berlusconi (ministro delle Comunicazioni), tanto per non perdere l’abitudine ai nomi, Giorgio Squinzi (che potrebbe assommare la carica di presidente di Confindustria e ministro degli interni, così tanto per evitare scioperi e manifestazioni) e, infine, la terribile coppia Alesina&Giavazzi che, come nuovi ministri dell’economia, avrebbero il compito di liberalizzare tutto, dalle domestiche ucraine ai mondiali di calcio, dagli asili nido (aperti 24 ore su 24, la sera si trasformano in disco-pub) agli ospedali (i pazienti in codice rosso dovranno portare in bocca l’ultimo estratto conto bancario). Possibile lo spostamento di Palazzo Chigi a Viale dell’Astronomia, Roma, quartiere mussoliniano dell’EUR. C’è più verde.

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