Monti&Fornero pronti a manomettere l’articolo 18. Il Governo dei tagliatori di teste

 

Ogni giorno che passa, risulta sempre più chiaro a cosa serve il governo di Mario Monti. Entro un mese o poco più, riuscirà a manomettere, grazie ancora una volta alla partecipazione del duo Angeletti-Bonanni in rappresentanza di Cisl e Uil, l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, dopo aver portato a termine la più infamante delle tante infami “riforme” delle pensioni. Ciò significa che, dopo aver ristretto la già minuscola base reddituale di milioni di pensionati, addossando loro una crisi di cui sono le principali vittime, ora si volgerà a quella platea di lavoratori “garantiti” da un articolo di civiltà, introdotto con lo Statuto dei lavoratori.

La litania che dovrebbe giustificare tale ennesima infamità è che l’Europa ci intima di farlo per rendere finalmente più flessibile il mercato del lavoro. Ora, pur se abituati alle immaginifiche menzogne dei ministri berlusconiani, stentiamo a credere alla faccia tosta degli attuali governanti. L’Europa cosa ci intima? E in quale direttiva,  regolamento o Trattato, quello sull’Unione europea (TUE) o sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) ci sarebbe scritto che gli Stati membri non possono avere una legge che obbliga il datore di lavoro a reintegrare sul posto di lavoro il dipendente licenziato senza giusta causa o giustificato motivo? E perché mai in Germania e in altri Stati membri esiste una norma del genere, mentre in Italia deve essere cancellata per ordine di Bruxelles?

Gli abrogatori della civiltà e della dignità del lavoro hanno sempre avuto bisogno di qualcuno cui addossare la responsabilità delle loro infamie. Ci piacerebbe sapere,  ora che il tentativo di Monti&Fornero sta per maturare definitivamente, se ci sarà il pieno e convinto appoggio del principale partito della sinistra (sinistra?), cioè il Partito democratico, a questa imbarazzante maggioranza. Ci piacerebbe sapere se i Cesare Damiano e gli Stefano Fassina condivideranno la politica di questi tagliatori di teste, imbracciando anche loro il machete utile per la bisogna. Ci piacerebbe sapere se lo stesso Pierluigi Bersani continuerà ad ondeggiare, come un canotto sul mare in tempesta, in attesa del prossimo naufragio, pronto ad essere salvato dal mega-yatch di Silvio Berlusconi.

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