Pensioni. Si rispetti in pieno la sentenza della Corte

ROMA – Troviamo inaccettabili le risposte parziali date dal Governo alla questione del blocco dell’indicizzazione delle pensioni a seguito della sentenza della Corte Costituzionale.

Atteggiamenti e decisioni che sono ulteriormente peggiorati da dibattiti e discussioni che dipingono i pensionati come dei “detrattori delle risorse della patria”. Si sta instaurando e dando fiato, inoltre, a inutili polemiche che creano un conflitto intergenerazionale del tutto fuori luogo, dicendo che a causa della restituzione di quanto sottratto ai pensionati si danneggiano le generazioni future.

Come se non bastasse non mancano appelli “stile ventennio”, con la proposta di rinunciare a quanto spetta ai pensionati. Nel complesso stiamo assistendo ad un dibattito che dà il senso di una profonda povertà politica, sociale e culturale. Basta con queste futili discussioni, la priorità è restituire il maltolto. Per giungere a soluzioni idonee non si deve fingere di interpellare i diretti interessati, bensì instaurare una seria discussione con le grandi associazioni dei pensionati.

L’altro problema, di cui non si discute, è quello relativo al trascinamento di tale blocco dell’indicizzazione. Infatti, non modificando il montante, sul quale si calcola l’indicizzazione, si formalizza anche per gli anni a venire un forte calo del potere di acquisto delle pensioni.

Per questo il governo deve porre soluzioni eque che rispettino e soddisfino pienamente la sentenza della Corte.

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