Cgil. Il (semi) presidenzialismo stravolgerebbe l’ordinamento repubblicano

Semplificare per rafforzare. Una modifica organica delle istituzioni

ROMA –  Nel dibattito che si è aperto nel Paese sulla riforme costituzionali troppo spesso si affronta il problema, che pure esiste, in termini astratti, senza entrare nel merito, fermandoci ai titoli. Colgo l’occasione offerta da  Dazebao per avanzare alcune indicazioni concrete. La CGIL con il documento “Semplificare per rafforzare. Proposta per una modifica organica delle istituzioni democratiche” – sintesi del lavoro da tempo avviato dall’organizzazione sui temi istituzionali – avanza una proposta di riqualificazione delle funzioni pubbliche che rafforzi il ruolo delle istituzioni democratiche nel Paese.
La crisi di legittimità che negli ultimi anni ha colpito i partiti e la “politica” in generale si è, infatti, traslata su tutte le istituzioni di cui si percepisce con fatica il senso e l’utilità. In questo quadro ha preso corpo un disegno che mira a smantellare le istituzioni democratiche, svilendo i luoghi della rappresentanza, cancellando i corpi intermedi, ridimensionando le istituzioni locali, riducendo i servizi pubblici a favore di quelli privati. La CGIL è convinta che per restituire legittimità alle istituzioni sia necessario un disegno opposto che porti alla loro riqualificazione e per questo avanza una proposta di semplificazione che mira al rafforzamento delle istituzioni pubbliche e della loro azione, al potenziamento degli spazi della rappresentanza e della partecipazione.

Improrogabile il processo di integrazione europea

Per l’analisi svolta dalla CGIL, appare, innanzitutto, improrogabile il completamento del processo di integrazione europea: solo un’Unione politica e sociale più forte, democraticamente legittimata, può dare risposte alle sfide che il XXI secolo pone. La risposta a questa grave crisi politico-istituzionale, a livello comunitario come a livello nazionale è, infatti, da trovare nel rafforzamento delle istituzioni pubbliche, nella maggiore partecipazione dei cittadini e nel potenziamento della rappresentanza democratica.
In questi anni, e ancor più in questi giorni, si discute di riforma della Costituzione, ma non è pensabile rompere l’equilibrio di poteri tra governo e parlamento, con grandi opere di ingegneria costituzionale, in nome di una maggiore governabilità. La governabilità può essere garantita solo da attori politici consapevoli della loro missione e da un’effettiva rappresentanza politica esercitata nel Parlamento – cui va restituita centralità-, e non da uno stravolgimento dell’ordinamento repubblicano come avverrebbe con l’introduzione del (semi)presidenzialismo.

 Per la governabilità sono necessari interventi mirati

Il rilancio delle istituzioni può realizzarsi attraverso interventi mirati che portino alla nascita della Camera della Regioni e delle Autonomie locali; alla realizzazione di un disegno organico che possa realizzare quel sistema integrato di livelli istituzionali capace di governare e indirizzare i processi sociali ed economici mettendo al centro la cittadinanza e il territorio; alla promozione della rappresentanza democratica e della partecipazione dei cittadini attraverso una regolamentazione dei partiti politici e una nuova disciplina dell’istituto referendario; e al superamento del finanziamento pubblico diretto sostituibile con la fornitura di servizi gratuiti per l’attività politica, accompagnata da una una disciplina adeguata del conflitto di interesse.
In questo quadro, infine, va rovesciato l’approccio fin qui adottato per la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione: basta tagli lineari che minano la funzione stessa delle istituzioni pubbliche, riducendo drasticamente i servizi alla persona. È necessario potenziare e qualificare l’azione delle amministrazioni pubbliche, partendo dai bisogni dei cittadini e delle imprese, e non da meri calcoli statistici, e stabilire nuove regole per il lavoro pubblico, aprendo una nuova stagione contrattuale che elimini il precariato nella pubblica amministrazione e riapra in modo mirato il problema occupazionale.

 

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