“Salvate il soldato Snowden”, l’uomo che ha svelato il Cybergate mondiale

ROMA – Edward Snowden, l’analista informatico che ha svelato il sistema di spionaggio satellitare, il Cybergate della NSA, l’Agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, si trova ancora in territorio russo e, stando alle ultime dichiarazioni del Presidente Putin, Mosca si opporrà a qualunque richiesta di estradizione proveniente da Washington, mentre si augurà che al più presto il giovane americano possa essere estradato in un paese al sicuro dalle ritorsioni dell’amministrazione Obama.

E’ ormai una guerra cibernetica di spionaggio tecnologico a livelli stratosferici quella che si sta consumando tra gli Stati Uniti, l’Europa e il resto del mondo. Le dichiarazioni dell’esperto Edward Snowden hanno aperto un “vaso di Pandora” e messo a nudo i sistemi di controllo del “Cyberspazio” in cui tutti noi navighiamo o per usi privati o per interessi pubblici, economici, finanziari, scientifici.

L’immenso “Grande Fratello” si sta concretizzando sotto i nostri occhi, grazie ad alcuni mezzi d’informazione, nonostante le reticenze dei governanti e dei partiti delle maggiori potenze occidentali. Il tutto si va trasformando in una sorta di “guerra di posizione” tra chi è favorevole agli Stati Uniti e alla sua visione del mondo e della libertà e chi, invece, neo-adepto di una “Guerra fredda” d’antan cercherebbe di “farla pagare” agli odiati nemici di sempre. Non è così!                                                                                                                Il “fronte occidentale” nasconde ai propri popoli violazioni di diritti fondamentali così come il “fronte orientale” ex-comunista cino-sovietico. Solo che questa volta è stato messo a nudo un sistema molto articolato e invasivo di controllo della società, che purtroppo è stato messo in piedi dagli “occidentali”, ritenuti i portatori dei valori di libertà e tutela dei diritti individuali e collettivi.

Non si sa se e quando “il soldato Snowden” riuscirà, utilizzando la cortina fumogena tipica delle spy-stories, a trovare un paese che lo salvi dall’ira funesta di Obama. Ma grazie alle sue rivelazioni, ora sappiamo che oltre al Prism, il sistema di controllo spionistico cibernetico americano che si basa sul controllo di centinaia di milioni di individui attraverso le comunicazioni satellitari lungo le reti WEB, il Gps e il Wi-Fi, è in uso dal 2008 da parte del governo britannico anche un altro potente mezzo di controllo che non lascia scampo alcuno a chi casualmente fosse sfuggito dalle maglie strette di Prism. Questo sistema si è evoluto nel 2011 con la nascita di “Tempora”, utilizzato dal GCHQ (Government Communications Headquarters, i servizi segreti riuniti di sua Maestà, che comprendono i mitici MI5 e MI6) e si avvale di un sistema altamente sofisticato di intromissione sulle fibre ottiche. Insomma, mentre tutti gli analisti di controspionaggio denunciavano i pericoli dell’uso della RETE, delle comunicazioni via satellite, WI-FI e del GPS, vulnerabili a qualsiasi forma di spionaggio, gli “astuti” 007 inglesi avevano studiato le contromisure per mettere sotto sorveglianza la “rete alternativa” di comunicazioni, ritenuta finora più sicura ed impermeabile alle intrusioni: la fibra ottica.

Negli ultimi anni le grandi società telefoniche americane avevano messo in atto un piano di rinnovato sviluppo delle TLC sottomarine per collegare i due continenti amici con moderni cavi a fibre ottiche, che passano sotto l’Oceano Atlantico, proprio per venire incontro ai grandi committenti (industrie di ricerca scientifica e farmaceutica, dei sistemi di difesa ed avionica, ma anche grossi gruppi finanziari), in modo da preservare le loro comunicazioni da occhi ed orecchi indiscreti. Il cavo a fibre ottiche è considerato molto più veloce, affidabile nel segnale e, soprattutto, le comunicazioni che vi passano assicurano maggiore riservatezza rispetto all’etere. Per controllare i cavi occorre, infatti, utilizzare sistemi “intrusivi”, ovvero entrare “fisicamente” nelle centrali o nelle varie diramazioni delle grandi società telefoniche. E quindi chiedere permessi, inviare il proprio  personale e inserire meccanismi “pesanti”, hardware, ben riconoscibile rispetto a quelli  “leggeri”, software, che comodamente si possono impegnare stando seduti nella propria agenzia di spionaggio e immettere in RETE, senza che nessuno se ne accorga.

Secondo le rivelazioni del britannico Guardian (in prima fila in questa “guerra al cybergate”), rilanciate anche dal francese Le Monde, gli enti spionistici GCHQ inglese e NSA americana collaborano da alcuni anni, scambiandosi le informazioni raccolte e il personale (850 mila quelli operativi negli USA e 250 gli specialisti della NSA impegnati a decrittare i “metadati” raccolti dagli inglesi). Ogni giorno, attraverso sonde speciali posizionate sulle reti transatlantiche, vengono messi sotto controllo 200 cavi a fibre ottiche e la centrale britannica può registrare i dati sensibili di 46 cavi contemporaneamente (3 giorni per analizzare i contenuti delle comunicazioni e 30 giorni per i “metadati”), controllando così 600 milioni di “eventi telefonici” al giorno. In termini tecnici, il sistema può archiviare 20 Petabyte di dati (ogni petabyte equivale a 13 anni di registrazione video ad alta definizione). Si calcoli che il potentissimo portale Youtube gestisce un traffico audio-video ad alta definizione di circa 27 Petabyte al mese, però!

Il sistema inglese Tempora è collegato oltre che con gli Stati Uniti anche con il Canada, la Nuova Zelanda e l’Australia (tramite l’accordo chiamato dei “Cinque Occhi”), ma a farne le spese di questa intrusione sarebbero soprattutto in Europa gli ignari tedeschi, tanto che le autorità della Germania (il ministro della Giustizia  Sabine Leutheusser-Schnarrenberger ha definito Tempora una “catastrofe, un incubo hollywoodiano”) hanno richiesto ai vertici dell’Unione Europea di intervenire di corsa per chiarire questo nuovo scandalo e prendere le dovute contromisure.

Ovviamente le autorità britanniche minimizzano i pericoli d’invasione della privacy, assicurando che “la maggior parte dei dati vengono distrutti, senza averli analizzati” e che il programma Tempora avrebbe permesso di scongiurare parecchi crimini di forte impatto sociale, nonché scoprire cellule terroristiche e organizzazioni pedopornografiche. Peccato però, che la vigilanza dei “Cinque Occhi” non sia stata in grado di scongiurare finora le attività al limite dell’illegalità di quelle organizzazioni finanziarie che speculano via web per arricchirsi alle spalle degli stati scambiando azioni, opzioni, titoli di stato, obbligazioni e moneta virtuale ricorrendo al sistema HFT, l’High Frequency Trading, negoziazioni ad alta frequenza, basata su speciali  algoritmi matematici. La durata di queste transazioni è brevissima, con investimenti che vengono trattati da poche ore fino a frazioni di secondo e si stima siano responsabili della maggior parte dell’interscambio mondiale traffico con percentuali che giungono a superare il 70% del totale. I crac finanziari dal2008 in poi, che hanno avviato la crisi economica mondiale, sembra proprio che siano stati generati dall’uso intensivo dell’High Frequency Trading.

Insomma, si tratti del Prism o del Tempora, questi sistemi non aiutano per nulla a difendere le popolazioni dai veri pericoli incombenti: le guerre finanziarie e commerciali, col relativo drastico impoverimento degli stati e la nascita di tensioni sociali anche violente, né dagli attacchi terroristici operati dai “lone wolfs” i lupi solitari che attaccano in luoghi pubblici. Per questo riteniamo sarebbe opportuno che si diffondesse un movimento internazionale “Salvate il soldato Snowden” dalle grinfie delle centrali spionistiche.

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