Santanchè, Pd e Pdl. Vecchi personaggi e soliti vecchi schemi

ROMA – Dall’inizio della legislatura di cose curiose, gravi e meno gravi ne abbiamo viste a iosa. E francamente fa davvero poco effetto vedere il Pd che decide di astenersi sul voto per eleggere Daniela Santanchè alla vice presidenza di Montecitorio; dopo che lo stesso gruppo parlamentare ha prima affossato la candidatura di Franco Marini alla presidenza della Repubblica, per poi affossare se stesso con il voto vergognoso quanto vigliacco contro l’elezione di Prodi.

Ora si parla di Santanchè e di vicepresidenza della Camera, cariche e personaggi di diverso rilievo, ma nonostante adesso ci sia una maggioranza, anche se formata da due partiti diametralmente contrapposti nel Paese, non si riesce a decidere, quindi arriva l’ennesimo rinvio. Si rinvia, in sostanza da quando Lupi, è andato a fare il ministro lasciando vacante lo scranno della vicepresidenza.
Il dubbio legittimo è che questa maggioranza si troverà ad affrontare sfide ben più grandi che non l’elezione, anzi la sostituzione, del vicario della Boldrini e la sensazione che possa riuscire a vincerle diventa ogni giorno più flebile. Non si può sempre decidere di non decidere.
Ora è chiaro a tutti, anche ai non addetti ai lavori, che sul tavolo non c’è semplicemente l’elezione di Daniela Santanchè, ma una vera e propria prova di forza tra Pd e Pdl. Alfano infatti conferma che anche se si continuerà a rinviare il loro candidato “non cambierà mai”. Una scena già vista, sull’ abolizione dell’Imu e sul differimento dell’aumento dell’Iva. Abbiamo un governo a due velocità il Pdl che gioca a fare la maggioranza e l’opposizione e il Pd che incassa e abbozza per paura di spaccarsi in due, o forse in tre. L’esecutivo, in una repubblica parlamentare come la nostra, ha un solo compito ma fondamentale, indicare la rotta, tracciare un percorso chiaro da seguire e soprattutto porlo in essere. Ora la rotta seppur in burrasca, sembra essere tracciata, ma siamo sicuri che sulla nave tutti remino nella stessa direzione? Del resto quei 101 che votarono sì al mattino e no al pomeriggio sono sempre in Parlamento ben presenti e ben nascosti.

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