Perché il PdL non espelle Berlusconi?

Poveri noi! Siamo sommersi dalla quantità di bla… bla… bla…  che da mesi vengono gettate a vagonate su noi disgraziati cittadini di questo  amato paese. E’ davvero incredibile quanto sta accadendo. Il mondo pone attenzione a possibili rischi di guerra in Siria, le cancellerie e i governi dei vari paesi  cercano (affannosamente e spesso con risultati del tutto deludenti) di trovare soluzioni per fuoriuscire dalla gravissima crisi economica che investe larga parte degli stati, siamo responsabile del cambiamento del clima del pianeta e non siamo capaci di dare risposte adeguate anche attraverso nuovi modelli e stili di vita e di sviluppo, la fame e la guerra sono motori che girano a piena potenza per sostenere  le migrazioni dei disperati.

La disoccupazione e le difficoltà economiche ghermiscono il nostro paese più di altri. Ebbene invece che porre l’attenzione su queste “questioncelle” le noste elite politiche e mass-mediatiche  trascorrono le giornate in bla… bla… bla… da salotto discutendo delle questioni personali di un signore attempato e ricchissimo che rischia di dover trascorrere la parte finale della sua esistenza godendosi le sue fortune nelle decine di località paradisiache di cui è proprietario.
E’ davvero incredibile. La politica che dispiega al meglio tutta la sua inadeguatezza  e mediocrità. Dire che gli italiani ne hanno pieni i “gabasisi”  è affermare un eufemismo.
Il rincoglionimento che hanno seminato all’interno della società, ha forse prodotto i risultati che hanno voluto.  Sono saltati totalmente quelli che sono i principi guida cui ciascuno dovrebbe avere a riferimento. Senza dilungarmi accenno ad alcuni: Cosa dovrebbero essere i partiti politici? Dovrebbero essere degli strumenti per costruire collettivamente dei programmi a favore del benessere della collettività. Le differenze programmatiche ne determinano  la scelta elettorale. I partiti politici possono avere un padrone? Ovviamente NO, anzi nel momento che i partiti  indicano programmi per il paese, dovrebbero al tempo stesso determinare i valori di una cultura della partecipazione democratica da parte dei cittadini, affinchè possano essere  i migliori,  scelti dai cittadini medesimi a rapparesentarli di volta in volta (anche nel senso di scegliere persone diverse e non sempre le stesse).  Può una collettività civile e organizzata (nel senso che si è dotata di strumenti per assicurare la convivenza e la imparzialità) essere rappresentata da chi si pone in contrasto alla collettività medesima? Ovviamente NO.  E allora che senso ha tutto quel che sta accadendo? Va letta come lotta tra oligarchie? Va letta come lotta tra bande di predoni che vogliono spartirsi il paese come loro bottino? Va letta come minoritarismo culturale di molti cittadini che non avendo raggiunto la maturità circa la consapevolezza della propria indipendenza di giudizio, hanno ancora bisogno di avere un Capo, come si conviene ad un branco di lupi o ad un branco di ladri?  

Qualcuno (credo non pochi) potranno pensare che le affermazioni sopra scritte presuppongono una visione a dir poco emozionale o ingenua. La circostanza non mi crea alcun problema. Se dovessi appena appena pensare di rispondere (senza entrare nella loro logica con la quale tutto è argomentabile)  basterebbe citare il fatto che la disaffezione alla politica è già una risposta, che il disincanto non durerà ancora per molto e che forse dovranno preoccuparsi di queste posizioni “ingenue”.
Non so dire se questa mediocre rozza e prepotente oligarchia durerà ancora per molto.  Il problema della loro sopravvivenza è legato non poco ai loro comportamenti. Qui non si tratta nè di avere un Capo nèdi salvare (da che?  da cosa?) una persona. Qui si tratta di espellere dalle organizzazioni di partito chi ha comportamenti contrari agli interessi generali e si macchia di colpe che le regole che ci siamo dati condannano come crimini commessi. Questa regola deve valere per tutti. Azzuffiamoci (meglio se civilmente) sui programmi e sulle scelte ma su alcune questioni dobbiamo pensarla fuori dalle appartenenze. La cacciata dei personaggi che si macchiano di colpe deve essere un dovere di tutte le organizzazioni politiche. Altrimenti non sono tali. Ci fanno rischiare di trasformare la convivenza civile in guerra tra bande di malfattori e vorrebbero che noi, se non diventiamo farabutti,  si rimanesse a guardare . Non è di questo che l’Italia ha bisogno. La misura è ormai davvero  colma!

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