ROMA – Al giro di boa della prima settimana di proiezioni, sulla Croisette cominciano a fiorire i primi pronostici su chi sarà il film vincitore e soprattutto a quale attore (o attrice) andrà l’ambitissimo premio della migliore interpretazione. E se a vincere quest’anno fosse una donna?
Se la Palma d‘oro andasse al film diretta da una regista in gonnella? L’idea non è peregrina vista la massiccia presenza di donne a questa edizione di un festival che per le donne ha sempre avuto un debole. Ma quest’ anno è stato un vero gineceo.
A cominciare dalle grandi dive: ha aperto la sfilata Nicole Kidman, neo principessa di Monaco, è seguita la nostra Sophia Loren, quindi Sharon Stone, Catherine Deneuve, la cinese Gong Li. E per ognuna di loro il red carpet si è fatto in quattro con tripudio di fotografi, di telecamere e di pubblico (che com’è noto non è ammesso alle proiezioni, neanche a pagamento, ma esclusivamente per invito, e quindi i suoi idoli se li può godere solo sulla scalinata d’ingresso da dietro le transenne guardate a vista dai flic in uniforme). Un successone, insomma.
In questo, nella parte mondanità non c’è dubbio che il festival di Cannes batte alla grande la mostra di Venezia. Sulla scelta dei film in concorso e di quelli delle sezioni collaterali si potrebbe discutere a lungo, ogni festival ha le sue liturgie, i suoi imbarazzi, i suoi conti da far quadrare. Ma sugli ospiti di riguardo si può sbizzarrire come vuole. E in questo Cannes la fa da padrone. Ci vanno tutti, vecchie glorie e nuove speranze, anche quelli che non ti aspetti: come la moglie francese e attrice di cinema oltre che di televisione del nostro principe Emanuele Filiberto di Savoia Clotilde Coureau, o come Julie Gayet, la giovane attrice che dal cuore del presidente francese Hollande ha spodestato l’ex premier dame peraltro mai sposata.
Si sa che il festival del cinema di Cannes apre la stagione turistica sulla Croisette , e che il bel mondo come si diceva una volta decide di approdare nei grandi alberghi o nelle belle ville prendendo spunto dalla manifestazione del Palazzo del Cinema. Al contrario a Venezia, in settembre, la stagione balneare si chiude e la mostra ne è il suggello. I veneziani che al Lido hanno una casa di vacanza vedono l’ultimo film e poi ripongono costumi da bagno e paperelle gonfiabili fino all’anno dopo. Anche per questo Venezia non la spunterà mai su Cannes sul piano della mondanità. Si dirà: quel che conta dovrebbe essere la qualità dei film in cartellone. Ma si sa i francesi sanno vendersi meglio degli italiani , anche in questo campo in cui dovremmo essere maestri.