Schengen fa comodo a tutti. Anche agli euroscettici

ROMA – Sono Danimarca, Francia, Germania, Austria, Norvegia e Svezia i Paesi che hanno reintrodotto i controlli alle frontiere. Insomma Schengen “sta per saltare”, per dirlo con le parole di Johanna Mickl-Leitner,ministro dell’interno austriaca. Eppure la chiusura dell’area Schengen segnerebbe drasticamente il destino di alcuni paesi,tra cui anche l’Italia. 

Un danno per l’Italia

Le città italiane ad esempio non potrebbero più contare sul supporto economico europeo, il Sud non saprebbe più come gestire le ondate di nuovi arrivi,non potendo nemmeno operare controlli. Tali conseguenze andrebbero ad impattare consistentemente sulla vita dei cittadini europei, veri destinatari del trattato di Schengen secondo cui tutti i cittadini europei possono muoversi liberamente all’interno dei confini interni.

Un nuovo modo di muoversi

Questo documento,firmato nel 1985, ha cambiato radicalmente la nostra concezione di viaggio e di relazione con i paesi esteri. Possiamo spostarci liberamente,solo con un documento si identità,un principio che ha reso fertile il terreno in cui sono nate le compagnie aeree low cost.

Senza Schengen si dovrebbe dire addio al progetto Erasmus,ai trasferimenti a fini lavorativi. Un particolare da non sottovalutare visto che negli ultimi due anni sono stati più di 150mila i cittadini italiani che si sono trasferiti in altri paesi europei.

Il crollo dell’Europa

Schengen è uno dei pilastri fondanti dell’Unione Europea e il suo crollo comporterebbe la distruzione di tutto l’edificio europeo, con in testa mercato unico ed euro. Saremmo tutti extracomunitari in un paese che ormai consideriamo nostro. E nella nostra attuale condizione di privilegiati, sappiamo esattamente come potremmo essere trattati.

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