A chi giova la violenza dei black bloc? Ai beduini della destra

ROMA – Soltanto un lucido Miguel Gotor – storico del terrorismo e delle vicende politiche legate al rapimento di Aldo Moro – ha individuato i veri beneficiari del pomeriggio di follia che ha caratterizzato il pacifico corteo degli “indignados” di sabato 14 ottobre a Roma. I beduini della destra, il governo berlusconiano, i quotidiani “Il Giornale”, “Libero”, “Il Foglio” e “Il Tempo”.

Un pugno di anarco-insurrezonalisti, presenti con la loro divisa nera (mancava solo il cartellino di riconoscimento), i sacchetti bianchi appiccicati ai lampioni di via Emanuele Filiberto, accanto a quali c’erano depositi di armi e sampietrini dai quali attingere le munizioni, una settimana di predizioni sulla violenza che si sarebbe scatenata per le vie romane senza che il ministro di polizia prendesse una sola decisione in grado di spegnere sul nascere la rivolta. Ed è così che si sono ripetuti gli avvenimenti di Genova 2001, con i blindati della polizia a fare inutili quanto scenografici caroselli, “attacchi di alleggerimento” buoni per disperdere una manciata di liceali del primo anno, mentre i black bloc spaccavano vetrine, incendiavano auto, assaltavano furgoni. Un pomeriggio di distruzione che arriva nel momento peggiore per i beduini della destra, impegnati a fornire ossigeno ad una coalizione in stato comatoso e con il centro-sinistra in netto vantaggio nelle intenzioni di voto. Una vera e propria manna, che è stata subito sfruttata, imputando proprio alla sinistra e ai giovani indignados la totale responsabilità per i fatti di violenza. Ma l’ignavia del questore di Roma e di Roberto Maroni ha una sua logica politica: riprendere vigore nei sondaggi (“Visto cosa accadrebbe se vincesse la sinistra alle prossime elezioni?”) e sfruttare l’occasione per criminalizzare il dissenso con nuove leggi speciali. Un’altra follia, ascrivibile a menti che non conoscono la storia e le ragioni dei conflitti sociali. Fra le quali – dispiace dirlo – spicca quella di Antonio Di Pietro.

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