Berlusconi e i licenziamenti. Quell’offerta degli scalpi dei lavoratori italiani a Bruxelles

 

Oramai credevamo di esserci abituati a tutto, dopo diciotto anni di berlusconismo eppure quella faccia gioiosa del presidente del consiglio in conferenza stampa ci ha lesionato il colon e provocato bruciori da colite spastica. Un premier trionfante, con quel suo viso da bufalo tutto soddisfatto per aver incontrato il favore delle tecnocrazie europee dopo aver loro illustrato, nella sua lettera di intenti, che taglierà le teste dei lavoratori italiani, offrendo su un piatto di argento alle imprese lo scalpo del tanto vituperato articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. E non solo. Ancora una volta, in Europa, tutti si son mostrati entusiasti (anche se scettici sui tempi di realizzazione), al pari dei giornali di destra italiani, perché finalmente in Italia si darà una lezione agli impiegati statali, utilizzando l’olio di ricino adatto ai tempi, cioè la mobilità coatta e la cassa integrazione guadagni. Forse meglio sarebbe stata la garrota, utilizzata singolarmente, dipendente per dipendente, insegnante per insegnante, così imparano a voler sempre mettere assieme il pranzo con la cena e magari accusare, con gli anni, un principio di obesità.

Nel documento berlusconiano è assente qualsiasi provvedimento che possa minimamente intaccare le sostanze dei ricchi, nessuna imposta patrimoniale, nessuna reintroduzione dell’ICI sulle prime case, pur con le esenzioni per quelle non di lusso, nessuno strumento di garanzia del reddito per i licenziati futuri. A leggere la lettera di intenti e le manovre economiche messe in cantiere dai nuovi satrapi della destra  (come la legge di stabilità), appare evidente come i costi del risanamento siano addossati interamente ai lavoratori, i cui redditi, come mostra oggi l’Istat, si stanno rapidamente deteriorando per effetto di un’inflazione al rialzo (pari, oggi, al 3% ma in realtà sottostimata). Ancora una volta, il premier e la sua doviziosa famiglia non dovranno tirare fuori un soldo di più di quelli che già pagano, così come non subiranno alcun contraccolpo i grandi e piccoli evasori, i proprietari di Suv e di barche, di seconde e terze case, di patrimoni piazzati oltralpe e già beneficiati da scudi e condoni. Il mondo alla rovescia di Saint Simon, i poveri saranno sempre più costretti a rinunciare al necessario per finanziare il superfluo dei ricchi.

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