Mario Monti ripristina le norme di Visco. Il governo Prodi aveva ragione. Abbiamo perso quattro anni

ROMA – Una delle prime decisioni prese dal ministro economico Giulio Tremonti nella tarda primavera del 2008 fu quella di smantellare completamente il sistema di norme che Vincenzo Visco (viceministro del governo Prodi con delega alle finanze) aveva voluto per limitare l’evasione fiscale: obbligo dell’elenco fornitori (ogni titolare di partita iva avrebbe dovuto trasmettere telematicamente nomi e cognomi dei propri fornitori), corresponsabilità del committente per l’evasione contributiva dell’appaltatore ai danni dei propri dipendenti, tracciabilità del denaro per i pagamenti superiori ai cento euro.

Soprattutto questa ultima norma appare come uno degli strumenti più efficaci per combattere le transazioni clandestine e perfino la criminalità organizzata. Se il limite venisse di nuovo portato a 100 euro, potremo continuare a fare la spesa al mercato pagando in contanti ma dovremmo usare l’assegno o la carta per tutto il resto (idraulici, elettricisti, professionisti, agenzie di servizi, alberghi e ristoranti, ecc.). In questo modo la possibilità di occultare i propri redditi calerebbe enormemente per uno stuolo di soggetti che, tutti insieme, evadono per il 18% del prodotto interno lordo (oltre 130 miliardi di euro).

Il fatto che Mario Monti voglia ripristinare le norme del governo Prodi la dice lunga sull’inadeguatezza del suo predecessore e, in particolare, di Giulio Tremonti.  Infatti, se quest’ultimo non avesse così clamorosamente sbagliato ogni suo passo, ogni legge finanziaria, ogni abrogazione di norme, sicuramente ora non staremmo nelle condizioni drammatriche in cui versiamo ed avremmo inciso sulla carne viva degli evasori fiscali, recuperando un prezioso gettito. Oggi, ufficialmente, il nuovo governo annuncia che, per rimettere in carreggiata il Paese, è necessario imboccare lo stesso cammino che nel 2006 aveva percorso il governo Prodi e che dunque una grande percentuale di responsabilità della crisi deve addebitarsi all’incapacità di Berlusconi e Tremonti di fare qualcosa di utile per il Paese. Ad esempio, oltre al divieto di utilizzare il denaro contante, sarà reintrodotta l’Ici sulla prima casa, modificandola nel senso di far pagare di più chi ha redditi elevati. La decisione di abolire l’unica imposta federalista esistente fu presa da Berlusconi in persona subito dopo la vittoria elettorale nel 2008. Uno dei tanti, ottusi, irrazionali e demagogici provvedimenti presi dal peggiore governo di tutta la storia italiana dall’Unità ad oggi.

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