ROMA – Nel Pd esiste una specializzazione, quella di andarsele a cercare. In questa nobile arte ci sono anche gli “specializzati” e di questa schiera fa parte addirittura il vicesegretario, Enrico Letta, nipote di quel Gianni, gran ciambellano di Berlusconi, oggi in disuso ma, chissà, che non torni anche lui alla ribalta sulla scia del cavaliere.
Proprio alla vigilia di un avvenimento importante, l’assemblea nazionale del Pd che deve mettere a punto il percorso che il partito intende fare da qui alle elezioni del 2013, se ne esce con una dichiarazione che non da adito a dubbi: meglio che i voti vadano a Berlusconi che a Grillo. Naturalmente c’è subito l’occhiuto Travaglio, il quale ogni volta che gli toccano Grillo,prende carta e penna, computer volevano dire, e quel che “ ditta dentro”, diceva il poeta, butta giù. Travaglio a parte, in un paese normale, direbbe D’Alema, il dirigente di un partito dovrebbe fare propaganda, cercare voti, per il suo partito. Insomma Letta poteva dire che il Pd doveva operare perché i voti che potrebbero finire al neonato Berlusconi e al neonato Grillo finissero ai Democratici. No, il fine Letta sente il bisogno di fare un distinguo fra il cavaliere e il comico e non è solo Travaglio a prenderlo di petto. Sui vari strumenti oggi disponibili per i cittadini si levano voci di persone, del Pd o vicine al Pd, che implorano ai dirigenti del partito di prenersi un periodo di vacanza, di lontananza dai media. Meno parlano più il partito se ne gioverà. Certo Letta non è il solo. Un altro, molto dichiarante,Tiziano Treu, ha nelle mani gli emendamenti alla legge sulla riforma del lavoro. Sono stati elaborati in linea con gli impegni assunti da Monti in prima persona: approvate le legge prima del vertice di Bruxelles e poi si riprende il discorso con gli emendamenti possibili. Poi c’è u n inghippo: dove si collocano gli emendamenti predisposti dai parlamentari di Pdl e Pd? Pare non si trovi la legge adatta in cui inserirli. E che dice Treu? Se si possono approvare meglio, altrimenti va bene così. Si tratta di una delle leggi più discusse, più contrastate dalle forze sociali. Ma ormai è fatta. Non si piange sul latte versato. A forza di versar latte, però, la bottiglia rimane vuota.