Monti bis, agenda, elezioni? Come già fatte. Con Scalfari Repubblica corregge il tiro

ROMA –  Negli osanna per Matteo Renzi, Repubblica e Corriere della sera si passano il testimone.

Dopo sei o sette puntate di una “inchiesta”  di cui è autrice una firma di punta del quotidiano diretto da Enzo Mauro, Concita De Gregorio, già direttore dell’Unità, ma ancor prima cronista politica di Repubblica,  non c’ è un  giorno di tregua. Non solo Eugenio Scalfari nell’editoriale domenica fa barba e capello a Matteo Renzi. Scrive il fondatore di Repubblica di aver votato in passato per il partito di Ugo La Malfa, poi per il Pci di Enrico Berlinguer, il Pds, i Ds, il Pd. Ma  Renzi sarà il candidato dei democratici “ io non voterò perché ci sarà stata una trasformazione antropologica  nel Pd, analoga a querllo che avvenne  nel Partito socialista quando Crtaxi ne assunse la leadership, senza dire che Craxi aveva una visione politica mentre Renzi non pare ne abbia alcuna salvo la rottamazione. Francamente è meno di niente.” Un giudizio di  questo tipo  viene da un liberal socialista come si definisce lo stesso Scalfari che non può essere accusato di essere un estremista bolscevico, stalinista, come amano definire chi non la pensa come loro i componenti dello staff di Renzi. Difficile per Repubblica pubblicare altra paginate pro  Renzi, in cui tutti gli intervistati sono schierati  con il sindaco di Firenze, momentaneamente a bordo del camper, lontano dal palazzo comunale. Non solo: nella puntata dell’inchiesta pubblicata sabato Concita De Gregorio  scrive: “ Nelle scontro vacilla l’Emilia, roccaforte del segretario ( Bersani ndr)” e riporta le dichiarazioni di due sindaci e qualche consigliere comunale, poi di taluni iscritti al Pd. Sarebbe interessante conoscere  come la giornalista  sceglie i suoi interlocutori. O davvero tutti sono con Renzi, oppure lo staff di  Renzi, fornisce i nomi da intervistare.

Della Loggia ( Corsera).  Renzi  vittima del Pd che lo boicotta in tutti i modi

Clamorosa smentita alla campagna di Repubblica arriva proprio da sindaci, assessori, presidenti di regione, consiglieri,. Sono più di millecinquecento quelli che hanno già sottoscritto un manifesto a sostegno della candidatura del segretario del Pd. Così il testimone viene passato a Galli Della Loggia,  editorialista del Corriere della Sera.  .L’inossidabile politologo dice che le primarie  stanno prendendo una brutta piega “ con il Pd che  tenta di  boicottare Renzi in tutti i modi “. E  il boicottaggio consisterebbe nell’album pubblico degli elettori . Se si informava, come detta la deontologia professionale, avrebbe saputo che   con questo albo pubblico , si sono fatte le primarie a Firenze, candidato Renzi a sindaco. Che il doppio turno, altri elemento del boicottaggio, a Firenze non scattò perché Renzi, grazie ai voti anche di tanti ex comunisti, di frequentatori delle Case del Popolo vinse al primo turno. Dice Bersani che le regole non sono contro nessuno, servono per evitare le trentamila preferenze “d’er Btrman”. Dalla campagna di stampa dei giornali a favore di Renzi, si passa a un’altra  campagna, quella del Monti bis.  Se la situazione che si sta creando non fosse drammatica, un segno della deriva che rischia il nostro paese, la delegittimazione totale delle forze politiche  incapaci a dare , come  Costituzione e democrazia dettano, un governo eletto dagli elettori, verrebbe voglia solo di una gran risata.

Montezemolo ,Casini, Fini, montiani pd a sostegno del premier

 Da mesi le cronache politiche sono piene delle parole di Luca di Montezemolo. Mi candido, non mi candido, ma facciamo tante iniziative, con me vengono grossi nomi.. Ora  finalmente arriva la notizia. Non mi candido, dice, ma sono per  dar vita ad una grande forza popolare,riformista e liberale che dia consenso elettorale a al presidente Monti. E dalla “assemblea dei mille” , i finiani, il presidente della Camera e il leder dell’Udc, avanzano la proposta di una “lista civica” che indichi Monti a presidente. Insomma  il presidente del Consiglio, come lui stesso ha detto, non sarebbe candidato, verrebe indicato in pectore, una sorta di convitato di pietra.  Fra i montiani anche un gruppetto di parlamentari del Pd che si sono riuniti ed hanno deciso, per ora, di non presentare candidati alle primarie. Stando alla cronaca di Concita De Gregorio, per un giorno orfana di Renzi, si sarebbe trattato di una  riunione consistente. Scrive che c’erano “renziani doc, ex veltroniano ora con Renzi, bersaniani antifassiniani nel senso di Fassina,rutelliani del  Misto, ex dalemiani ora con Montezemolo, riformisti puri ( che ce ne sono anche di impuru? ndr) , ex radicali oggi centristi, antivendoliani sostenitori della riforma Fornero. Si tratta dei “ soliti” Pietro Ichino, , Ceccanti , Morando,Follini,  con loro Linda Lanzillotta ora della ritellianoa Ap, Andrea Romano, ora di Italia Futura, Benedetto della  Vedova di Futuro  ed libertà, tutti speciliasti per aver scorazzato in questo o quel partito ed è arrivato perfino un rappresentante di  “ Fermare il declino”, l’associazione di Oscar Giannino, quello  che si distingue solo per  l’irripetibile modo di vestire. Bersani non sa se ridere o piangere a fronte di cotanto spettacolo.

Bersani: “ Luca non vorrai mica guidare la  macchina stando di box”

A Montezemolo: “ Luca, non vorrai mica guidare la macchina stando ai box. “ E aggiunge: “Adesso glielo mando a dire per telefono”. Ma il vero problema sul quale il segretario del Pd  imposta la sua battaglia è che “ la politica deve tornare ad essere credibile. Dopo i tecnici c’è la politica” “ E’ nella situazione elettorale che ognuno può dare il suo contributo. Mica voglio che Monti torni alla Bocconi o vada in pensione”. Tradotto: se vuole si candidi. Onfine tutti questi schieramenti che crescono come i funghi hanno un programma? Non serve c’è l’agenda Monti.

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