Bondi: abbiamo un problema. Chi lo dimette?

ROMA – Oggi grazie al quotidiano La Stampa, che dedica una pagina intera al ministro Bondi, sappiamo che le disparu “non si vede al lavoro da un periodo approsimativamente compreso fra i quaranta giorni e i due mesi”. Dicono che non risponde al telefono, che il ministero è bloccato.

Il manager della cultura italiana starebbe affrontando una crisi, si parla addirittura di “agonia”. E’ il periodo di Novi Ligure, località dove il ministro dimorerebbe. Lì c’è infatti l’abitazione della sua compagna Manuela Repetti, ed è li che i dipendenti ministeriali cercano di contattarlo con scarso successso, se non si rivolgono alla sede romana del Pdl, partitone di cui il ministro è anche coordinatore nazionale. Udite, udite: la sua domanda di dimissioni  dorme sulle scrivanie del presidente Berlusconi da un mese. Il premier probabimente prende tempo, nel marasma attuale ci mancano solo le agonie di Bondi.
Intanto i suoi collaboratori “sgomenti”, dal Ministero imprecano ed implorano che qualcosa venga fatto -scrive sempre La Stampa- “il premier ascolti la sua voce, lo sciolga da questo vincolo insopportabile, non sottovaluti l’urlo di dolore. Se fosse il caso si prenda anche l’interim. Ma ricominciamo a far funzionare il dicastero”.

Dunque la cultura è in paralisi a causa di Sandro, già salvato dai suoi in occasione della richiesta di dimissioni avanzata da parte delle opposizioni e risalente al 26 gennaio. I crolli di Pompei, “perché piove”, diceva Bondi in televisione, sono quindi minori al cospetto della crisi psicologica di cui il Ministro è vittima. Tanto vale rendergli giustizia acconsentendo alla sua personale richiesta. Il favore alle opposizoni è impareggiabile, d’altronde ormai è chiaro: un regime si sgretola da sé e le prerogative democratiche in certi casi non valgono nulla.
Aspettiamo Berlusconi all’interim della cultura dopo quello del ministero dello sviluppo economico, che gli è durato ad oltranza; questa volta il conflitto d’interessi sarà ancor più plateale, Medusa e Mondadori, l’una nel cinema l’altra nei libri, entrambe facenti capo al gruppo Berlusconi, potrebbero trarre indubbi benefici dalle nuovo mansioni del presidente.

Il ministro Sandro: un “sensibilone”, noto poeta, nonché all’ultimo recensore per Panorama, al termine della sua crisi si potrà invece dedicare interamente al partito dell’amore, di cui ha sempre gestito la propaganda in maniera esemplare.

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