Carbon tax. Confindustria dice no a Monti

La tassa sulle emissioni di CO2 delle aziende sta creando forti tensioni  in Confindustria

ROMA – C’è poca limpidezza in quanto scritto nella bozza del disegno di legge delega fiscale circa le novità in tema di tassazione ambientale. E il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia,  indirizza con le motivazioni,  una lettera esplicativa,  al presidente del Consiglio, Mario Monti, ai ministri dello sviluppo, Corrado Passera, e dell’Ambiente, Corrado Clini. Molto i timori del mondo delle imprese per l’introduzione della cosiddetta carbon tax.
In particolare, nella lettera la presidente degli industriali sottolinea che “in questo momento, l’introduzione di un’ulteriore tassazione a carico delle imprese è da evitare”.

Secondo Marcegaglia, che condivide pienamente l’obiettivo di perseguire “un’economia che si coniughi con uno sviluppo sostenibile”, occorre però sottolineare come la tempistica non appaia opportuna. Questo perché, “se l’introduzione di tale tassazione è da vedersi come elemento di coordinamento con quanto disposto a livello europeo, vale la pena ricordare che il processo di definizione della direttiva europea sul tema è di là da venire e in questo senso è più opportuno attendere e valutare le scelte in sede di attuazione della direttiva”.

Dal canto suo Corrado Clini ricorda in una lettera alla Marcegaglia di aver suggerito “di inserire le misure per la fiscalità ambientale nell’ambito della strategia europea Una tabella di marcia verso un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050”. Per il ministro dell’Ambiente, l’introduzione della carbon tax deve essere destinata ai settori non regolati dalla direttiva 2003/87/Ce e il gettito deve essere finalizzato “prioritariamente al sostegno del sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili e della diffusione delle tecnologie a basso contenuto di carbonio”.

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