Italicum. Le opposioni salgono all’Aventino

ROMA –  Nel giorno in cui l’aula di Montecitorio si prepara a dare il via libera definitivo alla riforma elettorale, le opposizioni si organizzano e cercano di definire una strategia comune, ma le difficota’ non mancano e alla fine Forza Italia chiedera’ il voto segreto ma non partecipera’ al voto, stessa linea da M5s e Fdi, mentre Sel sta valutando come esprimere al meglio la sua contrarieta’ alla legge.

La minoranza Pd, invece, sembra orientata a restare in aula e votare contro. “Se le opposizioni escono dall’Aula noi rimarremo e decideremo se votare no o astenerci”, ha detto Andrea Giorgis che poi aggiunge anche che “c’e’ un buon numero, circa una dozzina dei cinquanta sottoscrittori” del documento dei ‘responsabili’ di Area Riformista “pronti a votare no, o astenersi, nella votazione finale”. 

“Con questa legge elettorale il governo sta togliendo ai cittadini italiani cio’ che la Corte costituzionale gli aveva restituito, e cioe’ la possibilita’ di scegliere i propri rappresentanti” aggiunge Alfredo D’Attorre.  

Anche Sel parla di “giornata drammatica per la democrazia”. “La Lega e’ schifata perche’ mentre il paese soffre per la disoccupazione e continuano gli sbarchi di 6mila immigrati, il Pd si occupa di una legge elettorale per salvare il fondoschiena del signor Renzi” tuona il leader leghista Matteo Salvini. “E’ una legge che fa schifo, che allontana i cittadini e da’ ancora piu’ potere a partiti e alla casta. Noi diciamo il nostro no e speriamo, domani, di tornare a parlare di cose serie”. 

Le opposizioni, invece, non parteciperanno al voto come fa sapere Renato Brunetta: “Il Governo si approva, tenta di approvare, una riforma elettorale senza partecipazione alcuna da parte del resto del Parlamento…Per questo noi non parteciperemo a questa giornata che consideriamo infausta e lasciamo al Pd tutte le sue contraddizioni”. 

Matteo Renzi, intanto, continua a difendere ad oltranza l’Italicum, che ha un “grande elemento di chiarezza” ha detto il premier nel suo intervento alla Borsa di Milano davanti ai rappresentanti delle societa’ quotate. “Per cinque anni sara’ chiaro il governo, chi vince – ha sostenuto il premier -. Ci sara’ un sistema nel quale il nostro Paese potra’ finalmente essere un punto di riferimento per la stabilita’ politica, condizione per l’innovazione economica”.

“Con questa legge elettorale le cose cambieranno davvero – ha assicurato Renzi -, ci abitueremo al fatto che uno fa il premier cinque anni, forse dieci, e poi se ne andra’. Ma, in quei cinque anni, ci sta, non rincorre solo le emergenze, fa le cose”.

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