Berlusconi vuol cantare a Sanremo. Revival di ‘Berta’ degli Squallor?

ROMA – Silvio Berlusconi c’è o ci fa? Probabilmente entrambe le cose. Ormai il Cavaliere non sa più cosa fare. Tra una sbirciata di “culo” e una promessa elettorale, oggi è tornato all’attacco.

Questa volta però se l’è presa con il festival della canzone italiana, ovvero Sanremo, che a suo dire, doveva essere spostata di due settimane per paura che possa influenzare le prossime elezioni politiche. Giammai. Un uomo potente come lui, come si definisce, non temerà mica che uno spettacolo come Sanremo gli rovini la festa? Oppure ha paura che quella percentuale che lo voto apra finalmente gli occhi?
Sulla manifestazione canora Berlusconi si dice  contrario anche alla conduzione di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto: “Non vorrei che il festival della canzone diventasse il festival dell’Unità. Già abbiamo una legge disgraziata come la par condicio. Non ci voleva niente a spostarlo di due settimane, se poi Sanremo si trasformasse in un festival dell’Unità, sono certo che la Rai non avrebbe più il pagamento del canone da parte del 50% dei cittadini italiani”. Non si capisce perchè il canone non l’abbia tolto proprio il suo governo, invece di inserire ai posti di comando i suoi uomini, alcuni molto abili nel taroccamento dei telegiornali.
Berlusconi ha precisato che se Fazio lo invitasse sarebbe disposto addirittura a cantare. “Io andrei assolutamente subito. Potrei anche presentare una mia canzone e cantarla”, ha detto   a  Un giorno da pecora su Radio2.Sì, ma cosa? Al momento viene in mente solo la nota Berta degli Squallor, che forse il cavaliere potrebbe interpretare benissimo vista la nota passione.

Sulla questione è intervenuto anche uno dei diretti interessati: “Adesso voglio vedere chi dirà che è il Festival a disturbare le elezioni…”, ha replicato Fazio.
E poi: “Nessun uso strumentale della tv pubblica. Tv pubblica vuol dire che è di tutti e quindi non è che non si può dire niente. Se è di tutti si può dire tutto. Ho rispetto e stima del pubblico. La par condicio verrà rispettata, ma ritengo che il pubblico sia in grado di valutare lo spettacolo in tutti i suoi aspetti: le canzoni, gli ospiti e le battute. Siamo tutti adulti”.

Ma sembra che il vero timore del cavaliere sia la satira. Chissà perchè, ma questi comici si danno da fare più dei politici. Satira che spesso tra una risata e l’altra è capace di tirar fuori amare verità, proprio com’è abitudine di Maurizio Crozza ospite alla prima puntata. C’è chi giura che se ne vedranno delle belle, anzi se ne sentiranno di cotte e di crude. D’altra parte siamo in un Paese in cui tutto può accadere, perfino un Papa  può dimettersi tra l’incredulità dei fedeli.

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