Incontro alla Camera, Bersani a Berlusconi: sul Colle nè scambi, nè settarismi

 ROMA – “Sul Colle no scambi né settarismi”.

Il segretario Pd Pierluigi Bersani, a margine dell’incontro – a sorpresa – di oggi alla Camera con Silvio Berlusconi, ha ribadito la propria posizione. Su twitter, ha poi scritto: “Noi siamo a disposizione, ma no a governissimi». Una posizione ferma e inequivocabile. Il colloquio è durato circa un’ora. All’incontro hanno preso parte anche Enrico Letta e Angelino Alfano. All’uscita, il leader del Pdl non ha voluto rilasciare dichiarazioni annunciando soltanto che “ci sarà comunicato congiunto”. I comunicati, da quanto si apprende, potrebbero essere, invece, due.

Letta: buon incontro, su capo dello Stato larga condivisione

Il Pd mira ad eleggere il capo dello Stato con una “larga condivisione” e per questo considera “molto importante” il colloquio di oggi tra Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi. Lo ha spiegato il vice-segretario del Pd Enrico Letta conversando con i giornalisti nella sede del partito, precisando inoltre che “durante l’incontro non si è parlato di nomi, ma dei criteri con i quali individuare una rosa di personalità”. Letta ha poi detto che “in questo momento di grandi divisioni e tensioni, sentiamo la responsabilità che ci sia un segno forte di unità nazionale, per questo i gruppi del Pd hanno incaricato il segretario di fare incontri con tutte le forze politiche, per tentare di eleggere una personalità in linea con il carattere di unità nazionale che ha avuto Giorgio Napolitano”. Dopo i contatti già avuti con i montiani con il Pdl, “nei prossimi giorni ci saranno incontri con la Lega e il Movimento 5 Stelle”. Letta ha spiegato anche col partito di Berlusconi probabilmente “ci saranno anche altri incontri”. La speranza del vice-segretario piddino è quella di riuscire ad eleggere il nuovo capo dello Stato già il 18 aprile. Per il vice di Bersani, ad ogni modo, si è trattato di un “buon incontro, ma siamo solo all’inizio”. Sul Quirinale, ha concluso, sono stati fatti “passi avanti”.

Alfano: il prossimo presidente deve rappresentare l’unità nazionale

Per il segretario del Pdl, Angelino Alfano, “l’incontro con l’on. Pierluigi Bersani e l’on. Enrico Letta è stato l’occasione per confermare quel che abbiamo sempre detto: il presidente della Repubblica deve rappresentare l’unità nazionale e dunque non può essere, e neanche può apparire, ostile a una parte significativa del popolo italiano. Nei prossimi giorni – ha proseguito Alfano – potranno esserci ulteriori appuntamenti per compiere ogni sforzo tendente ad assicurare condivisione per una scelta così delicata e importante”. Quella che verrà scelta per il Colle “deve trattarsi di una personalità di indiscusso prestigio e di riconosciuta competenza istituzionale. Durante l’incontro non sono stati fatti nomi di possibili candidati. Il presidente Silvio Berlusconi – ha concluso il segretario del Pdl – ha ribadito la propria disponibilità a fare ciò che è utile all’Italia a difesa del consenso ricevuto e della fiducia che milioni di italiani anche questa volta gli hanno accordato”.

Mentana: incontro andato male

 “È durato un’ora e un quarto l’incontro Bersani-Berlusconi. E secondo le prime voci non è andato affatto bene. C’erano anche Alfano e E. Letta”. Questo il tweet del direttore del Tg La7, Enrico Mentana.

Maroni: Bersani ha diritto e dovere di fare proposta

“Mi aspetto che Bersani si decida a prendere il coraggio a due mani e dica il governo lo facciamo, visto che ha vinto le elezioni”. Sono parole pronunciate da Roberto Maroni. Il segretario della Lega Nord ha continuato dicendo che il leader del Pd “ha il diritto e il dovere di fare una proposta entro la fine della settimana e prima delle votazioni per il presidente della Repubblica”. Per Maroni “il tempo sta passando inutilmente, bisogna stringere arrivare ad una conclusione, rapidamente. Tutti sappiamo cosa pensa Bersani, cosa pensiamo noi e cosa pensa Berlusconi, ora si chiuda rapidamente”. Maroni ha inoltre fatto sapere che giovedì incontrerò Bersani. In quella circostanza, “gli dirò esattamente queste cose, perché a me interessa che ci sia un governo che risolva i problemi” – ha concluso Maroni -. “Se fossi in Berlusconi darei la possibilità di fare il governo a Bersani tanto in pochi mesi va a schiantarsi. Chi governa ora si schianta e poi vince Berlusconi” – ha commentato Umberto Bossi. Su Marini al Quirinale, ha sentenziato: “Potrebbe essere il meno peggio”. Berlusconi? “Vuole uno dei suoi. Bisogna che parli sia con Bersani che con Berlusconi per avere un’idea di chi propongono”. Apertura di Bossi, infine, su una donna al Colle. “Potrebbe anche essere”.

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