ROMA – La relazione annuale del presidente Inps, Antonio Mastrapasqua è stata l’occasione per fare il punto sul tema delle pensioni e del welfare. L’ampiezza e la gravità della crisi è testimoniata da un dato molto semplice: negli ultimi quattro anni lo Stato, tramite l’Inps, ha erogato più di 80 miliardi di euro di sussidi, se ci limitiamo all’impatto della cassa integrazione e delle indennità di disoccupazione, che sono stati mediamente distribuiti ad una platea di circa 3 milioni di lavoratori per ogni anno.
Da queste cifre si comprende meglio come le risorse utilizzate per gli ammortizzatori sociali, oltre ai risparmi delle famiglie che hanno reso possibile un vero e proprio welfare integrativo abbiano fin qui rappresentato un argine a situazioni di conflitto e di esasperazione sociale. In Governo a proposito dei tagli lineari all’Inps che inevitabilmente stanno portando ad una significativa diminuzione della qualità delle prestazioni dell’istituto. Infine, è emersa un’importante conferma a proposito di un sistema previdenziale solido e in stabile equilibrio e la sottolineatura alle parole pronunciate in alcune occasioni dal Presidente del Consiglio e dal Ministro del Lavoro in merito alla opportunità di provvedere ad una “necessaria opera di manutenzione che assicuri quegli obiettivi di equità che sono forse mancati in qualche passo della normativa rinnovata”. In altre parole, bisogna correggere la riforma iniqua del governo Monti ampliando la platea dei cosiddetti salvaguardati, e introducendo un criterio di flessibilità nel sistema pensionistico. Su questo punto avvertiamo un eccessivo silenzio del governo: se vogliamo parlare di questo argomento nel prossimo autunno dobbiamo aprire da subito questo dossier e prevedere per tempo l’accantonamento delle risorse necessarie.