Governo. Berlusconi stoppa Scajola. Oggi al Quirinale per il rimpasto

ROMA – Silvio Berlusconi frena le aspettative di Claudio Scajola e prova ad accelerare sul rimpasto portando domani all’attenzione del presidente della Repubblica il primo ‘step’ della ridefinizione della squadra di governo. Con Napolitano, il premier dovrebbe fare il punto sulla nomina di due ministri. Si tratterebbe di Saverio Romano, in pole per l’Agricoltura e di Giancarlo Galan, in predicato di sostituire Sandro Bondi ai Beni culturali. Dovrebbe essere solo un primo giro d’orizzonte anche se in ambienti della maggioranza non si esclude del tutto l’ipotesi di una stretta addirittura in giornata. Sulla squadra di governo si procederà per gradi. Al momento i ‘ritocchì riguardano solo due ministeri e sul timing inciderà il colloquio che il premier avrà domani con Giorgio Napolitano . Il Cavaliere illustrerà al Capo dello Stato la composizione della nuova squadra che prevederebbe, appunto,lo spostamento di Giancarlo Galan dal ministero dell’Agricoltura a quello dei Beni Culturali (al posto del dimissionario Sandro Bondi) e la nomina di Saverio Romano proprio al dicastero dell’Agricoltura.

Ed è proprio sul nome dell’esponente del gruppo dei Responsabili che ruoterà l’incontro al Quirinale, viso che il Capo dello Stato non sembrerebbe aver nascosto, in passato, alcune perplessità proprio sulla nomina di Romano. Perplessità che invece la Lega, anch’essa notoriamente interessata alle risorse agricole, avrebbe superato dando il via libera all’ingresso dell’esponente dei Responsabili nella squadra. Ma il premier di fronte al pressing del coordinatore del Pid, incontrato questa mattina, avrebbe fornito al politico siciliano rassicurazioni sui tempi di ingresso nel governo. Se non è domani – avrebbe spiegato il Cavaliere – sarà questione di giorni. L’accelerazione sul mini rimpasto però rischia di aprire un nuovo focolaio di polemiche all’interno della maggioranza e dentro lo stesso gruppo dei Responsabili, in particolare in quella pattuglia di deputati a cui era stato promesso un posto da sottosegretario o vice ministro. Un malumore che si somma a quello già diffuso nella maggioranza per l’atteggiamento di Claudio Scajola. L’incontro con il premier viene definito «interlocutorio» a tratti teso. Il Cavaliere, spiegano i suoi fedelissimi, sa perfettamente che l’ipotesi di gruppi autonomi minacciata da Scajola non sta in piedi visto che di fronte alla possibilità di essere ‘cacciatì dal Pdl molti parlamentari avrebbero già fatto marcia indietro. A questi vanno sommati quelli che, pur condividendo le ragioni dell’ex ministro per lo Sviluppo Economico, non ne approvano la strategia. Il faccia a faccia si è concluso con l’ennesima fumata nera ed il ‘niet’ di Scajola a rientrare in pista attraverso un incarico nel partito magari come come responsabile degli Enti Locali. Resto a fare il soldato, avrebbe detto Scajola al Cavaliere che di tutta risposta avrebbe accettato un nuovo incontro per riuscire a trovare una soluzione. E c’è chi nel Pdl non esclude che alla fine per l’ex ministro dello Sviluppo possa prospettarsi il ritorno nella squadra di governo magari alle Politiche Comunitarie, posto lasciato per ora volutamente vagante dal Cavaliere. Una possibilità però che lascia perplessi molti colleghi del Pdl ed in particolare la ‘vecchia guardia’ che viene da Forza Italia da sempre fedele alle decisioni del premier. I ragionamenti di Scajola sono giusti, spiega un ministro ex Fi, è verò che il partito è nettamente sbilanciato verso Alleanza Nazionale ed è un problema che è stato già posto. Ma – mette in chiaro lo stesso ministro – non si possono aprire scontri e divisioni con le elezioni amministrative alle porte.

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