Elezioni regionali in Sardegna

ROMA – Le elezioni regionali in Sardegna sono alle porte. Domenica 16 febbraio, dalle ore 6.30 alle 22, quasi un milione e mezzo di elettori saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente della Regione. Ma il clima in cui l’isola va al voto è contraddistinto da caos e incertezza.

La Sardegna, essendo una regione a statuto speciale ha diverse autonomie in campo amministrativo. Il Consiglio regionale è l’organo legislativo locale, l’equivalente del Parlamento per l’Italia, ed è attualmente composto da 80 consiglieri (saranno ridotti a 60 con le nuove elezioni), che si riuniscono periodicamente a Cagliari, il capoluogo di regione. 

La legge elettorale nell’isola ha subito diverse modifiche di elezione in elezione. Viene eletto presidente, chi ottiene la maggioranza relativa e quindi se un candidato alla presidenza ottiene almeno il 25 per cento dei voti, le liste che lo appoggiano hanno garantita la maggioranza dei seggi in Consiglio. Inoltre, la legge prevede la possibilità di esprimere una preferenza all’interno della lista che sceglie l’elettore, ciò vuol dire che sulla stessa scheda si votano sia il presidente che la preferenza per un candidato consigliere anche se comunque è permesso il voto disgiunto. Il premio di maggioranza viene attribuito con un meccanismo che prevede: il 60 per cento dei seggi se il presidente eletto ha ottenuto il 40 per cento dei voti o più; il 55 per cento dei seggi per una percentuale di preferenze compresa tra il 25 e il 40 per cento; nessun premio di maggioranza se il presidente eletto ha ottenuto meno del 25 per cento dei voti. La soglia di sbarramento è posta al 10 per cento per chi presenta in coalizione, e al 5 per cento per i non coalizzati.

Per la carica di presidente della Regione Sardegna concorrono in diversi, anche se da sondaggio, tra i  tanti candidati, emergono i nomi di Francesco Pigliaru della coalizione di centrosinistra, Michela Murgia come indipendente e Ugo Cappellacci di Forza Italia nonché presidente uscente.

La Murgia, in poco tempo ha raccolto il sostegno di intellettuali e componenti della cosiddetta società, ottenendo molti consensi che potrebbero portarla a un risultato rilevante alle elezioni. Negli ultimi giorni diversi esponenti del centrosinistra hanno riaperto il dibattito sul cosiddetto “voto utile”.  Murgia non ha i numeri per vincere le elezioni, dicono, e quindi finirà solo per sottrarre voti importanti a Pigliaru a vantaggio di Cappellacci.  

Alle elezioni non parteciperà il Movimento 5 Stelle. I militanti e i dirigenti locali del partito di Beppe Grillo non hanno trovato un accordo per presentare una lista e Grillo, proprietario del simbolo del partito, non ne ha autorizzato l’uso. Alle ultime elezioni politiche il Movimento 5 Stelle era stato il primo partito in Sardegna, ottenendo i voti del 29,7 per cento degli elettori.

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