Riforma del Senato, in 35 con Chiti sull’elezione diretta

ROMA – Dopo il tutti contro tutti che si è scatenato sulla questione immunità, oggi a rilanciare è Vannino Chiti in una conferenza stampa sulla elezione diretta dei senatori, meccanismo non previsto nel progetto del governo di riforma del Senato.

“Insistiamo perché siano i cittadini ad eleggere direttamente i futuri senatori, che svolgano quel ruolo e che non accumulino altre funzioni”, dice l’esponente della minoranza del Pd, in una conferenza stampa alla quale partecipano anche Loredana De Petris (Sel), Mario Mauro (Pi), Tommaso Campanella (M5s) e Felice Casson (Pd). Aumentano, dunque, i senatori in favore dell’elezione diretta. 35 senatori firmano l’emendamento proposto da Chiti, molti di più dei 14 esponenti del Pd che con Chiti e Mineo si erano fatti inizialmente promotori della proposta.

Nel pacchetto di emendamenti presentati da Chiti c’è anche una norma che riguarda un regime di immunità parlamentare per i senatori e che si allinea alla proposta fatta dai due relatori Anna Finocchiaro (Pd) e Roberto Calderoli (Lega). Essa prevede che nel caso in cui il senato neghi l’autorizzazione a procedere chiesta dalla magistratura, “è ammesso ricorso alla Corte Costituzionale. A tale scopo viene istituita all’interno della corte una sezione, composta da cinque membri effettivi e due supplenti, che decide i ricorsi”. La sezione della Consulta svolge anche funzione di giudice d’appello sui ricorsi per le decisioni prese dal Senato in materia di “ammissione” dei parlamentari per vizi di titoli o per cause sopraggiunge “di ineleggibilità, di incompatibilità e di conflitto di interessi”.

I cinque membri effettivi e i due supplenti “vengono scelti dal plenum della corte a scrutinio segreto, con le modalità stabilite da legge ordinaria che provvede anche alla redazione delle norme procedurali e per la durata massima di cinque anni”.

In totale sono circa 580 i subemendamenti agli emendamenti dei relatori presentati in Commissione Affari Costituzionali del Senato.

Anche Ncd ieri ha presentato un sub-emendamento agli emendamenti dei relatori alle riforme che rilancia l’elezione diretta del Senato. Lo ha riferito il capogruppo in Senato Maurizio Sacconi, che però assicura che Ncd non “intende frenare” il cammino delle riforme. E non dispiace nemmeno ai Cinque Stelle, come evidenzia un post sul blog di Grillo a firma di Aldo Giannuli, che sottolinea la necessità di ripristinare il carattere elettivo del Senato. Mentre il capogruppo dei senatori di Forza Italia Paolo Romani appare ottimista: “Siamo vicini ad un accordo che spero, nelle prossime ore, si chiuderà”,ha detto ai cronisti chiarendo che il suo partito ha presentato “circa 20 subemendamenti” agli emendamenti dei relatori che puntano a “stabilire bene il criterio di proporzionalità nell’elezione dei senatori da parte dei Consigli regionali”.

La strada sembra incanalarsi verso le scelte del parlamento contro quelle del governo, che, sulla riforma del Senato non prevedeva né l’elettività e né l’immunità. Ma la discussione, con queste premesse, ha tutte le probabilità di essere davvero infuocata e trasformarsi in una vera e propria prova di forza e strategia.

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