L’ingiustizia mediatica secondo Berlusconi

ROMA – La sanzione dell’Agcom sembra non aver sfiorato neppure di striscio Silvio Berlusconi.

Il presidente del Consiglio riprende da “Porta a Porta” le sue bordate contro l’ingiustizia mediatica. “Io credo che non si pagheranno. È una follia la decisione dell’Agcom”. In realtà, più che le parole espresse sul provvedimento preso dall’Autority delle comunicazioni, ciò che risulta evidente è l’atteggiamento spregiudicato, incurante delle regole che porta il Cavaliere ad entrare nel merito di tutte le questioni elettorali. Si sprecano ovviamente gli elogi propagandistici su Moratti e Lettieri ai quali fanno da contraltare i demeriti di Pisapia e De Magistris.  
“Uno che vota per il signor del De Magistris vada a casa, si guardi nello specchio e dica sono un uomo o una donna senza cervello”. Ovviamente non si salva neppure Pisapia. “Come fa a governare Pisapia che non ha mai amministrato neppure un’edicola di giornali”.

Nel “salotto” di Vespa ritorna sulle ingiustizie subite a causa di quello che non esita a definire come un blocco mediatico terrificante. Parla di uno scenario indegno, sorprendente, dove “I grandi giornali, a partire dal Corriere della Sera, le tv private Sky e La7, e la Rai pagata con i nostri soldi, stanno tutti con la sinistra”. Bypassa anche l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni attaccando direttamente la Par-Condicio, che definisce frutto di un“sistema folle, una norma liberticida dove il partito dell’1% deve avere lo stesso spazio di un partito che ha il 30%. Non succede in nessuna parte al mondo”.

Intanto la sanzione dell’Agcom arriva sul tavolo del Cda della Rai. Il dibattito non fa che seguire ciò che accade nel paese, con ampie e profonde divergenze nei confronti del provvedimento. Si chiedono da più parti le teste dei direttori coinvolti, si tenta di mediare soluzioni che altro non farebbero che indebolire per certi versi la stessa Agcom, con la proposta del Presidente Garimberti che parla di Rai “super partes” in grado appunto di evitare il ricorso all’Autorità dei Garanti.
Da parte sua, il Direttore generale Lorenza Lei, sembra essere più cauta e forse attendere tempi migliori prima di ricorrere a decisioni affrettate o impopolari.
La domanda resta comunque più che mai aperta, chi controllerà il controllore?

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